00 04/10/2009 00:25
L'Italia corre per gli Oscar con "Baarìa"


di Alberto Crespi

L’Italia corre per gli Oscar con "Baarìa". Il film di Giuseppe Tornatore è stato scelto ieri dalla commissione riunita presso l’Anica. Baarìa è stato preferito a "Fortapasc" di Marco Risi, "Il grande sogno" di Michele Placido, "Si può fare" di Giulio Manfredonia e "Vincere" di Marco Bellocchio. Sarà bene ricordare che un film, per partecipare alla selezione, dev’essere iscritto dai suoi produttori: per questo la rosa era così ristretta. Scelta giusta? Probabilmente sì, ma lo sapremo solo nella primavera del 2010. Avendo fatto parte della commissione nel 2006, possiamo dirvi che ai votanti viene chiesto di scegliere non il film “più bello”, ma quello che sembra avere le migliori chance di vittoria. Nel 2006 "La sconosciuta" di Tornatore prevalse per un solo voto su "Mio fratello è figlio unico" di Luchetti, proprio perché alla maggioranza dei giurati sembrava che Tornatore, più famoso internazionalmente del collega, avesse maggiori probabilità di piacere ai votanti dell’Academy hollywoodiana. Non andò così: "La sconosciuta" non entrò nemmeno nella cinquina… ma "Baarìa" potrebbe riuscirci. Non solo perché è più bello, ma perché forse ricorderà agli americani quel "Nuovo cinema Paradiso" che stregò i loro cuori nell’ormai lontano 1990. È un film “siciliano”, con lo stesso respiro epico, miscela in modo intelligente rabbia e nostalgia, racconta un’Italia che forse gli americani possono capire… sperando che non restino troppo sconvolti dalle molte bandiere rosse, ma rispetto a "Novecento" (che all’Oscar non vinse) i tempi sono cambiati ed è probabile che a Hollywood temano i comunisti molto meno che a Palazzo Chigi.

A proposito! Ieri, all’annuncio, si sono sprecati i complimenti bi-partisan, e se non vi spiace vorremmo censurarli tutti. "Baarìa" è partito benissimo al box-office, incassando oltre 2 milioni di euro nel suo primo week-end italiano, e sembra un miracolo se si pensa all’abbraccio mortale di Berlusconi, che con la sua pubblicità non richiesta – e totalmente sbagliata: il film non è anti-comunista, semmai il contrario – ha sicuramente tolto qualche spettatore al film. Noi vorremmo solo ribadire quanto l’Unità ha scritto sia da Venezia, sia venerdì scorso: è un ottimo film, e soprattutto – cosa che gli americani noteranno con favore – è un film con altissimi valori formali e produttivi. I 25 milioni di euro spesi da Medusa si vedono tutti, sullo schermo. La ricostruzione di Bagheria dagli anni ’20 ad oggi è bellissima, e in certi momenti dà le vertigini. Il protagonista Francesco Scianna è una rivelazione, e gli apporti dei numerosissimi divi coinvolti sono a volte ammiccanti e divertenti (Aldo Baglio, Monica Bellucci, Giorgio Faletti, Beppe Fiorello), a volte sinceramente emozionanti (dalla comparsata di Nino Frassica, nella sequenza più politica del film, alla prova notevolissima della coppia Ficarra & Picone). Elogiare "Baarìa", e fargli tanti auguri per una competizione che è comunque complessa, non significa certo sminuire gli altri film che erano in lizza. In particolare, i lettori dell’Unità sanno cosa pensiamo di "Fortapasc" e di "Vincere": due grandi film. Quello di Risi, in particolare, è talmente forte nelle scene d’azione che forse gli americani ne sarebbero rimasti favorevolmente sorpresi; ed è stato talmente sfortunato al box-office che una candidatura all’Oscar sarebbe stata un bel risarcimento. Provaci ancora, Marco: prima o poi qualcuno capirà.

29 settembre 2009


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