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Ravenna


Ravenna (Ravêna in romagnolo) è una città dell'Emilia-Romagna di 151.997 abitanti, capoluogo della provincia omonima, città più grande e storicamente più importante della Romagna. Il suo territorio comunale è per estensione il secondo in Italia, superato solo da quello di Roma.

La città è situata nell'entroterra ma è collegata al Mare Adriatico dal canale navigabile Candiano. I collegamenti sono garantiti, oltre che dal porto, dalla ferrovia e dall'autostrada; in località Punta Marina Terme, è ubicata la stazione meteorologica di Ravenna Punta Marina, ufficialmente riconosciuta dall'organizzazione meteorologica mondiale e punto di riferimento per lo studio del clima che caratterizza la città e la sua fascia costiera.

Lo scalo aereo commerciale più vicino alla città è l'aeroporto di Forlì, alla periferia della città di Ravenna si trova un piccolo aeroporto sede di un club di paracadutisti, date le ridotte dimensioni della pista di atterraggio, la struttura è dedicata quasi esclusvamente a voli turistici.

Ravenna è la città che fu capitale tre volte: prima dell'Impero Romano d'Occidente, successivamente del Regno degli Ostrogoti e dell'Esarcato bizantino. Attualmente è il capoluogo dell'omonima provincia.

Insediamento di epoca remota, il toponimo si ritiene derivi da un prelatino "*rava", che in origine designava un "dirupo prodotto da acqua che scorre" e successivamente "canale, palude, bassura, fanghiglia", unito ad un suffisso "-enna", di origine etrusca.

Storia

I brevi fiumi di andamento torrentizio che scendono dall'appennino ed il Po che in epoca preistorica sfociava più a sud rispetto al corso attuale portarono alla formazione di ampie zone lagunari che fino a pochi decenni fa hanno caratterizzato il tratto della pianura padana su cui sorse Ravenna.

Le origini di Ravenna sono incerte. I primi insediamenti della zona erano insediamenti Tirreni, Tessali o Umbri. La città consisteva in case costruite su palafitte in una serie di piccole isole in una palude, una situazione simile alla Venezia di secoli dopo.


Piazza del PopoloLa sua caratteristica fondamentale - quella di essere appunto circondata dalle acque - non passò inosservata ai Romani. L'imperatore Cesare Ottaviano Augusto dislocò la flotta militare dell'alto Adriatico. Per questo fine l'imperatore fece eseguire importanti lavori di sistemazione idraulica: fece scavare la Fossa Augustea, un canale che collegava il Po con l'ampio specchio di acqua a sud di Ravenna e qui fondò il porto di Classe. Il porto fu realizzato con in criteri di una poderosa macchina militare. Secondo Plinio il Vecchio, poteva contenere fino a 250 triremi e 10000 marinai o classari destinati al controllo di tutto il Mediterraneo orientale (la base destinata al controllo del Mediterraneo occidentale era invece il porto di Miseno sulla costa tirrenica).

Ai tempi dell'Impero romano la città crebbe di importanza: il porto miltare divenne anche porto commerciale con traffici mercantili verso tutto il Mediterraneo.

Nel 402 l'imperatore dell'Impero Romano d'Occidente Onorio trasferì a Ravenna la residenza imperiale da Milano, per sfuggire alle minacce di Alarico. A Ravenna si giocarono le sorti dell'Impero d'Occidente allorché nel 476 venne deposto l'ultimo imperatore, Romolo Augustolo, per mano di Odoacre, re degli Eruli.

Il regno di Odoacre ebbe vita brevissima e il re dei Goti Teodorico, nel 493, rivendicò il controllo della città, dopo un lungo assedio. Il sovrano goto, che morì nel 526, si distinse per una politica di distensione soprattutto dal punto di vista religioso.

Divenuto imperatore d'Oriente Giustiniano, egli avviò un programma politico mirato alla riconquista di quei territori dell'Impero Romano d'Occidente occupati da regni barbarici (Ostrogoti in Italia, Visigoti in Africa e Spagna). Per fare ciò diede l'avvio ad una offensiva militare nota come Guerra Greco-Gotica. Anche l'Italia rientrò ben presto sotto il controllo dell'impero d'Oriente. Giustiniano stabilì nella penisola un protettorato che ebbe sede a Ravenna, successivamente controllato da esarchi. Giustiniano, inoltre, si preoccupò di fare occupare il soglio vescovile ravennate da Massimiano, suo uomo di fiducia, che assunse, per volontà dell'imperatore e per la prima volta nella storia della chiesa, il ruolo di arcivescovo. Nel 751 l'Esarcato cadde sotto l'offesiva dei Longobardi. Per volontà del re dei Franchi Pipino il Breve, la città nel 754 con il patto di Quierzy passò sotto il controllo del papa dando origine in tal modo al potere temporale della chiesa. Il patto di fatto non fu mai operativo in quanto i Longobardi rimasero in città fino al 756 e successivamente a tale data il potere fu esercitato dagli arcivescovi locali con l'appoggio dell'aristocrazia locale ed in forza di antichi privilegi che riconoscevano alla chiesa ravennate l'autocefalia e, quindi, l'indipendenza dal papato di Roma. I privilegi che gli arcivescovi godevano unitamente al potere e al prestigio portarono questi ultimi a posizioni di aperto scontro con i papi romani e appoggiarono gli imperatori, dagli Ottoni agli Svevi.

Ravenna ebbe un ordinamento comunale, prima sotto il controllo degli arcivescovi e successivamente fra le famiglie nobiliari che ambivano alla signoria. La prima cronologicamente fu la famiglia dei Traversari che resse Ravenna fino al 1275 a cui subentrò la famiglia dei Da Polenta. Fu in questi anni che Dante Alighieri trovò ospitalità a Ravenna e quivi morì per la malaria contratta durante un'ambasceria a Venezia per conto proprio della famiglia Da Polenta.

La signoria dei Da Polenta durò fino al 1441 anno in cui il controllo della città passò sotto il dominio veneziano. I veneziani governarono Ravenna fino al 1509.

Nel 1512, in occasione della guerra della Lega Santa, Ravenna fu teatro di scempio e sangue per la prima grande guerra con armeria moderna mai subita prima.

Successivamente passò sotto il controllo dello stato pontificio a cui rimarrà legata per i successivi 350 anni.

Dopo il momentaneo dominio napoleonico Ravenna torna nuovamente allo Stato Pontificio finché, nel 1859, in seguito a continue ribellioni, non verrà annessa al Piemonte e nel 1861 gode dell'Unità d'Italia.

Ravenna è tra le Città decorate al Valor Militare per la Guerra di Liberazione in quanto insignita della Medaglia d'Oro al Valor Militare per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale.

Nel dopoguerra Ravenna ha vissuto di un intenso sviluppo industriale con la creazione di una raffineria di petrolio, di uno stabilimento petrolchimico e dello sviluppo delle attività di estrazione del gas naturale scoperto nell'entroterra e nel vicino off-shore.

Otto monumenti presenti a Ravenna sono presenti all'interno della lista dei Patrimoni dell'Umanità dell'UNESCO:

Battistero Neoniano (430 circa, decorato verso il 458)
Mausoleo di Galla Placidia (prima metà del IV secolo, post 426)
Battistero degli Ariani (prima metà del VI secolo)
Cappella Arcivescovile (500 circa)
Basilica di Sant'Apollinare Nuovo (inizio del VI secolo, con ridecorazione parziale nella seconda metà del VI secolo)
Mausoleo di Teodorico (520 circa)
Basilica di San Vitale (prima metà del VI secolo)
Basilica di Sant'Apollinare in Classe (consacrata nel 547)


Altri capolavori sono:

L'antica chiesa dello Spirito Santo, costruita nel V secolo. Era originariamente un tempio ariano.
La chiesa di San Giovanni Evangelista, costruita nel V secolo da Galla Placidia dopo un naufragio. È stata ristrutturata dopo un bombardamento della Seconda Guerra Mondiale.

La tomba di Dante presso la Basilica di San FrancescoLa basilica di San Francesco, ricostruita nel X-XI secolo sopra ad un precedente edificio dedicato agli Apostoli e poi a San Pietro. Dietro l'umile facciata di mattoni, sono presenti una navata centrale e due navate laterali. Sono visibili frammenti di mosaico della chiesa primitiva sul pavimento. In questa chiesa fu svolta la cerimonia funebre di Dante Alighieri nel 1321; il poeta è sepolto in una tomba a fianco della chiesa.
La chiesa barocca di Santa Maria Maggiore (525-532, ricostruita nel 1671), che ospita un quadro di Luca Longhi e la tomba dell'architetto Camillo Morigia. Uno stile barocco è anche presenta nella chiesa di San Giovanni Battista, che presenta anche un campanile medievale.
La basilica di Santa Maria in Porto (XVI secolo), con una ricca facciata del XVIII secolo. Ha una navata centrale, due navate laterali e un'alta cupola. Ospita l'immagine della famosa Madonna Greca, che fu portata a Ravenna da Costantinopoli. La vicina Galleria Comunale possiede diverse opere di pittori romagnoli.
La Rocca Brancaleone, costruita dalla Repubblica di Venezia nel 1457. Precedentemente parte delle mura della città, ora è un parco pubblico. È divisa in due parti: il castello vero e proprio e la cittadella, per un estensione totale di 14.000 m².
Il cosiddetto Palazzo di Teodorico, di fatto l'entrata della precedente chiesa di San Salvatore. Al suo interno sono presenti mosaici dal vero palazzo del re ostrogoto.
La chiesa di Santa Eufemia XVIII secolo, è l'accesso alla cosiddetta Domus dei Tappeti di Pietra (VI-VII secolo), che possiede all'interno splendidi mosaici provenienti da un palazzo bizantino.
Il Museo Nazionale.
Il Duomo.
Dai documenti d'epoca, sappiamo che Ravenna fu dotata nei secoli VI e VII e nell'Alto e Basso Medioevo di molti edifici di culto. Quanto resta a noi è solo una minima parte di ciò. Molti edifici sono andati distrutti, altri sono stati ristrutturati e hanno perso la loro originaria struttura. Anche l'edilizia privata e di rappresentanza, soprattutto nei secoli VI e VII, fu di rilevante qualità, ma difficilmente documentabile, visto che ne sopravvivono scarsissime tracce. In particolare poco sappiamo della residenza imperiale, costruita per volontà dell'imperatore Onorio, e poi successivamente rimaneggiata sino a raggiungere l'entità di un quartiere interamente occupato da strutture legate alla presenza a Ravenna della corte imperiale.

Sono degni di nozione anche altri edifici non di culto quali il Palazzo dei Rasponi del Sale, attuale sede della banca Unicredit in Piazza del Popolo, di recente ristrutturazione la facciata è stata riportata al nuovo riqualificando notevolmente l'estetica della piazza. Nella medesima piazza è inoltre presente il Palazzo Merlato, residenza del Comune di Ravenna. Si tratta del rifacimento di un antico palazzo attribuito all'imperatore Teodorico durante la dominazione dei veneziani. Del palazzo originale restano le colonne mentre sotto le volte è possibile ammirare degli affreschi di notevole pregio risalenti alla prima metà del sedicesimo secolo. Sempre in Piazza del Popolo è presente il palazzo ex sede della Banca Nazionale del Lavoro, costruito dall'architetto Camillo Morigia il quale è collegato al palazzo della prefettura da un voltone dal quale è possibile scorgere la tomba di Dante, opera dello stesso architetto.

Sono interessanti anche gli edifici siti in piazza Andrea Costa quali la casa di Francesca da Polenta (meglio nota come Francesca da Rimini) attuale sede dell'albergo Cappello nonché i resti della chiesa di S.Michele in Africisco, una chiesa con la tipica struttura ravennate risalente all'anno 1000 circa, di cui restano solamente l'abside (all'interno di un negozio di abbigliamento) e il campanile (postumo) che si può ancora vedere dalla piazza.

Della cinta muraria rimangono quasi tutte le porte costruite in epoche diverse e i resti di qualche torre. Ricordiamo di queste la più antica Port'aurea, realizzata inizialmente in epoca romana di cui oggi rimangono solo le fondamenta, porta San Mamante, porta Sisi, Porta Gaza, Porta Pamphilia meglio nota come Porta Nuova, Port'aurea nuova meglio nota come Porta Adriana, Porta Anastasia meglio nota come porta Serrata nonché l'ultima costruita di fronte a Porta Sisi detta "il portonaccio", eretta dall'architetto Morigia nel 1785 a seguito dell'annessione del borgo S.Rocco alla città.

Resti della cinta muraria sono visibili partendo da Porta Gaza; proseguendo verso Port'aurea si può arrivare fino alla Madonna del Torrione, torre demolita durante la seconda guerra mondiale sui cui resti è attualmente edificata l'omonima chiesa. Proseguendo lungo le mura è possibile seguire l'antico percorso dietro lo stabilimento Callegari recentemente demolito per poi interrompersi nei pressi di via Oberdan. La cinta muraria riprende tuttavia a Porta Adriana e prosegue dietro alla basilica di San Vitale per qualche decina di metri per poi interrompersi. Altri resti sono ancora visibili più avanti percorrendo via Sabbionara fino al piazzale di Torre Umbratica dove le mura si ricongiungono a Porta Serrata. Del tratto tra porta serrata e la Rocca Brancaleone rimane solo qualche pietra visibile lungo via Rocca Brancaleone. Saltando la stazione FS i resti visibili rimangono in tutto il tratto lungo la linea ferroviaria che conduce a Rimini seguendo il viale dei giardini giungendo fino a Porta Nuova. Infine, partendo da Porta Sisi rimane qualche resto verso Porta Nuova mentre tra Porta Sisi, Porta San Mamante e Porta Gaza non si trovano ulteriori resti visibili.

Altri edifici appartenuti alla famiglia Rasponi da segnalare sono il Palazzo dei Rasponi dalle Teste, attuale sede dell'università in piazza J.F.Kennedy e il palazzo sede della Provincia di Ravenna attiguo alla Basilica di San Francesco di cui è fortemente consigliata una visita ai bellissimi giardini.

Della Ravenna più antica rimangono invece il campanile della Chiesa di San Giovanni Battista, il più antico campanile di pianta circolare della città, nonché i mosaici pavimentali di recente ritrovamento che è possibile ammirare visitando la Domus dei Tappeti di Pietra. Durante lo scavo per costruire delle autorimesse sotterranee sono stati trovati i resti della città come si presentava in epoca romana e sono stati riportati alla luce i mosaici pavimentali di una casa di epoca romana ed è ben visibile la strada che prosegue sotto gli edifici attigui.



da:http://it.wikipedia.org/wiki/Ravenna


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