00 08/03/2007 01:17
IL 50% DEI PAZIENTI IN OSPEDALE È 'OVER 65'

Articolo di Antonio Di Filippo

Mancano i reparti per anziani, ricoverati in strutture non idonee. Uda (Cisl): “Non possiamo subire ulteriori soprusi”.


Presentato all'Auditorium del Lavoro a Roma il VI Rapporto della Fnp-Cisl sulla condizione degli anziani in Italia. Preoccupante la situazione dei pazienti negli ospedali italiani.
«Gli over 65 sono circa il 20% della popolazione - è quanto si legge nel rapporto - ma rappresentano il 40-50% dei pazienti ricoverati in ospedale. Ciò nonostante nel nostro Paese il numero di letti di reparti geriatrici per acuti è solo di 55 ogni 100 mila ultra 65enni. Dunque una piccola percentuale dei letti in area medica. Tanto che la maggior parte degli anziani viene ricoverata in reparti che non sono progettati, sia architettonicamente che funzionalmente, per un paziente con bisogni specifici».
In Italia l'esatta stima dell'impatto dell'ospedalizzazione sullo stato di salute delle persone anziane è resa difficile dalla mancanza di sistemi di monitoraggio che, attraverso l'uso di indicatori di efficacia, verifichino i risultati degli interventi.


«Studi internazionali - sostiene la Cisl - hanno confermato che l'ospedale può, a ragione, essere considerato un 'posto pericoloso' per le persone anziane: il 17% delle persone che viene ricoverato per una malattia acuta di per sé non invalidante perde la capacità di camminare autonomamente durante la degenza; il 35% dei pazienti con più di 70 anni ricoverato per una malattia acuta viene dimesso con un livello di autonomia personale inferiore al ricovero. Se il malato anziano è curato e assistito in modo del tutto peculiare, da personale specializzato e in reparti appositamente dedicati già dalle fasi dell'emergenza, è possibile prevenire la cronicizzazione del paziente, l'allungamento dei giorni di degenza, l'aumento delle riammissioni ospedaliere».
Gli anziani che ricorrono all'ospedale sono generalmente malati gravi che hanno bisogno di misure tempestive, intensive e adeguate alle loro peculiarità cliniche. La domanda di assistenza ospedaliera sarà sempre più costituita da una popolazione di pazienti anziani, frequentemente affetti da più malattie, spesso già con problemi di autonomia funzionale, ma che si rivolge all'ospedale per patologie acute che hanno le caratteristiche di urgenza ed emergenza.
La Fnp-Cisl invita quindi a «non ridurre il problema dell'assistenza sanitaria agli anziani alla sola valorizzazione di quella domiciliare integrata, all'istituzione di reparti ospedalieri per post-acuzie o al potenziamento delle Residenze sanitarie assistenziali (Rsa). È assolutamente necessario, invece costituire una rete integrata di servizi socio-sanitari, laddove le strutture territoriali e le cure domiciliari rappresentino un pilastro irrinunciabile per l'assistenza alle persone anziane, ma in cui l'ospedale continui a rappresentarne il nodo centrale, con l'obiettivo prioritario di preservare l'autonomia funzionale della persona anziana colpita da una malattia acuta, o da una riacutizzazione di una malattia cronica, determinante essenziale della qualità della vita».
Ed un messaggio chiaro al Governo viene lanciato dal segretario della Fnp-Cisl, Antonio Uda,: «Al governo diciamo che non possiamo subire ulteriori soprusi o indifferenza. Tre milioni di anziani sono in condizione di non autosufficienza . E per loro è necessario che la classe politica e il Paese tutto dia un colpo di reni, oltre il gioco dell'alternanza. Chiediamo che si apra al più presto a Palazzo Chigi il tavolo annunciato sulle emergenze sociali e che, al di là dei sussulti di questi giorni, si trovi la stabilità necessaria per risolvere i problemi più urgenti».


Fonte: ifatti.com

da: www.ventosociale.it/ventosociale/content/view/2309/30/

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