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Dalle pagine di Avifauna rivista Ufficiale dell'AON (Associazione Ornitologica Nazionale) riproponiamo questo editoriale che sembra ancora molto attuale, vent'anni fa gli stessi problemi...

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Giorgio Truffi
DUE PAROLE SU GIUDICI E GIUDIZI

E' da tempo che l'ornicoltura organizzata dedica sulle pagine della stampa di settore una certa attenzione al problema dei giudici ed a quello dei giudizi (meglio, delle metodologie da adottare in sede di giudizio) alle manifestazioni espositive. Chiaro che se si dibatte la questione e si cercano soluzioni diverse è perché le attuali istituzioni e metodiche non soddisfano le esigenze degli allevatori ed occorre quindi provvedere a modifiche e revisioni.
Per quanto riguarda i giudici, il rispetto della loro individualità, il riconoscimento della loro libertà di operare a titolo personale per diffondere maggiormente la conoscenza delle norme che presiedono al corretto allevamento selettivo degli uccelli di cui si occupano, recentemente ho scritto sul fascicolo del dicembre u.s. di « Uccelli ». Zamparo, arrivando al nocciolo della cosa in un garbato commento alla mia nota, suggerisce la creazione anche in Italia, come già in Francia e Spagna, di una associazione di giudici indipendente dalle strutture che coordinano la nostra ornicoltura, che dovrebbe porsi a disposizione di tutti, animata da spirito sportivo ed amatoriale caratterizzato da questa equidistanza "politica" dalle parti. Sfrondando le cose da tanta (attuale) ridicola sacralità, valorizzando le reali capacità dei singoli, favorendo lo sviluppo degli spontaneismi specialistici che affiorano (vedi la costituzione dei vari Clubs) si potrà dare impulso a quell'attività di rinnovamento di cui si avverte il bisogno. Quando una iniziativa di questo tipo prenderà reale consistenza saranno molti i giudici (e delle varie "parti") che deranno la propria adesione. Per i giudizi invece, nonostante a prima vista la faccenda possa apparire più complessa poiché si tratta dopo decenni di invertire la tendenza, la soluzione sta forse nell'abbando¬no della valutazione di tipo analitico espressa in punteggi per adottare quella comparativa, con giudizio cioè "all'inglese" confrontando fra loro i soggetti esposti e stilando una graduatoria di merito. Si snellirebbe la procedura, si giudicherebbe (probabilmente con maggiore attenzione) un più alto numero di uccelli e, oltre tutto, verrebbero diminuiti i costi del giudizio al quale parteciperebbe (il rapporto è diretto) un minor numero di giudici. Praticamente quando ognuno di noi si vede arrivare sul tavolo un soggetto lo valuta a colpo d'occhio, analizzando poi in dettaglio le penalizzazioni per portarlo al punteggio mentalmente attribuitogli. Perché allora non procedere direttamente alla classifica, senza ricorrere al dover aumentare a 91 quell'originario 90 assegnato in un primo momento e che si rivela, per comparazione appunto, un po' più "90" degli altri con lo stesso punteggio?

Avifauna anno VII - n° 1 Gennaio Febbraio 1984



[Modificato da psitta 31/12/2006 11.56]

[Modificato da psitta 28/02/2007 9.27]

Marco Cotti
Associaizone Ornitologica Prealpina - FEO 004