a proposito di catasto ai comuni...

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lillo1
00sabato 3 marzo 2007 21:48
La bozza di Dpcm, varata lo scorso 28 febbraio dal Governo e contenente le disposizioni per il decentramento catastale dall’amministrazione finanziaria ai Comuni, incentiva gli Enti locali a gestire in proprio tutta la partita di immobili e terreni.

In base alla disciplina contenuta nella Finanziaria 2007, i Comuni sarebbero stati costretti a decidere, entro il primo novembre di quest’anno, se gestire in proprio le funzioni catastali oppure rinunciarvi stipulando una convenzione con l’Agenzia del Territorio.
Tuttavia, la bozza di Dpcm varata lo scorso 28 febbraio dal Governo per dare attuazione ai commi 196, 197 e 198 della manovra, in cui vengono appunto stabilite le procedure per il passaggio delle funzioni catastali ai Comuni, contiene alcune importanti novità che sembrano assecondare le richieste soprattutto dell’Associazione dei Comuni.
Una novità riguarderebbe la possibilità per i Comuni che abbiano optato per l’esercizio diretto delle funzioni catastali (che hanno 90 giorni di tempo dalla data in Gazzetta del decreto) di usufruire di una proroga fino al 31 maggio 2008 per decidere di acquisire direttamente nuove e ulteriori funzioni che potranno essere esercitate dal 1° novembre 2008.
Non solo. A decorrere dal 1° novembre 2008, i Comuni potrebbero optare per un regime ancora più ampio di funzioni da esercitare dal 1° novembre 2010.
L’interrogativo che si pone a questo punto è :quale Comune, sapendo che può decidere anche tra un anno e fino al 2010, avrà interesse a firmare entro novanta giorni dall’approvazione del Dpcm la convenzione decennale con l’Agenzia del territorio?

marco panaro
00domenica 4 marzo 2007 16:39
Lillo, riposati un po' [SM=g27828]
giandan
00domenica 4 marzo 2007 19:10
Re:

Scritto da: marco panaro 04/03/2007 16.39
Lillo, riposati un po' [SM=g27828]



Sono d'accordo con te Marco.

Anche perchè porsi l'interrogativo che si pone lillo al termine del suo post di sabato sera...
mah.
[SM=g27828]
lillo1
00sabato 10 marzo 2007 13:16
Il Presidente della Sogei, Gilberto Ricci, annuncia che la piattaforma tecnologica per il passaggio delle funzioni catastali ai Comuni, messa a punto in base alle direttive della Finanziaria 2007, è già pronta e servirà a fornire alle amministrazioni locali le applicazioni necessarie per assicurare l’unitarietà del sistema informativo catastale nazionale.
Il processo di decentramento catastale in atto attribuisce ai Comuni l’aggiornamento dei dati e l’erogazione dei servizi, mentre all’Agenzia del Territorio resta sia la gestione unitaria della banca dati catastale, sia il coordinamento e il monitoraggio dei flussi informativi e della qualità dei dati.
Alla base del nuovo sistema, pertanto, ci sarà una banca dati unitaria del catasto, gestita dall’Agenzia del Territorio che interagirà con i sistemi informativi comunali, professionisti e notai.
Inoltre, saranno messe a disposizione degli Enti locali specifiche applicazioni in modalità Asp (Application services providing), ovvero banche dati che continueranno ad essere gestite a livello centrale.
lillo1
00sabato 14 aprile 2007 21:05
Nella riunione della scorsa settimana tra Governo, Agenzia del Territorio, Anci e Sogei si è deciso che i comuni per gestire il catasto dovranno essere capoluoghi di provincia o vantare, da soli o in forma associata, almeno 80 mila abitanti. Per tenere conto anche dei comuni con vocazione turistica, la soglia sarà frutto di una media ponderata tra abitanti, unità immobiliari urbane e particelle di terreni. Per decidere se gestire o no in proprio le funzioni catastali, gli enti locali avranno tempo fino al 1° novembre 2007 per una prima partenza, ma per pensarci ulteriormente la seconda data utile sarà il 31 maggio 2009. La soglia di 80 mila abitanti andrà a confluire nel protocollo d'intesa tra Anci e Agenzia del Territorio sulla configurazione del bacino d'utenza minimo che i comuni devono possedere per esercitare direttamente le funzioni catastali. Il cambiamento delle tappe per esercitare la scelta è stato inserito nel D.P.C.M. la cui emanazione, a causa delle modifiche richieste dall'Anci, è in ritardo rispetto alla tabella di marcia. L’idea iniziale era quella di pubblicare il provvedimento in G.U. entro fine marzo, in modo tale che i 90 giorni concessi agli enti locali per decidere non coincidessero con i mesi estivi, ma le modifiche effettuate devono ancora essere presentate ai sindacati, e il D.P.C.M. esaminato dalla Conferenza stato, città e autonomie locali. Se un comune non eserciterà alcuna delle tre opzioni, che oscillano dai soli servizi ai cittadini alla conservazione-utilizzazione-aggiornamento degli atti del catasto terreni e fabbricati, sarà come se avesse scelto di lasciare all’Agenzia del Territorio la gestione del servizio. Il termine non è perentorio poiché il D.P.C.M. dà, ai municipi che non hanno esercitato alcuna opzione o hanno assunto la gestione diretta delle funzioni, tempo fino al 31 maggio 2009 per l'esercizio diretto di nuovi e ulteriori servizi che saranno operativi dal 1° novembre 2009. In tutti i casi verranno stipulate convenzioni di durata variabile con il Territorio, che avrà il compito di salvaguardare il mantenimento degli attuali livelli di servizio. Il rinvio della seconda scadenza dal 2008 al 2009 preoccupa i sindacati poiché l'operazione, oltre a prevedere il trasferimento di una dote finanziaria di 46 milioni di euro, stabilisce il passaggio di un massimo di 2.955 dipendenti dall’Agenzia del Territorio agli enti locali, e questo non solo rischia di creare nuovi costi per l'erario ma alimenta una fase di forte precarietà organizzativa
marco panaro
00lunedì 16 aprile 2007 12:49
Silenzio assenso, come per il TFR [SM=g27827]:
lillo1
00martedì 22 maggio 2007 22:19
La riunione della Conferenza Stato-Città che dovrebbe dare il via libera definitivo al D.P.C.M. è stata differita al 31 maggio prossimo. Al momento, tuttavia, non sembra necessario effettuare alcuna richiesta di proroga per il passaggio delle funzioni catastali ai Comuni che dovrebbe avvenire per il prossimo 1° novembre, proroga di certo non voluta da molti Comuni pronti ad assumere le funzioni. Dalla pubblicazione del decreto in Gazzetta – prevista per i primi di giugno – decorreranno 90 giorni per l’invio da parte dei Comuni all’Agenzia del Territorio delle delibere sulle modalità con cui intendono esercitare le funzioni catastali assegnate. L’Agenzia del Territorio disporrà di ulteriori 90 giorni per fare una mappatura delle scelte degli enti locali e sottoscrivere convenzioni con i municipi o le comunità montane. I requisiti dimensionali per il trasferimento delle funzioni della soglia degli 80.000 abitanti prevista per il protocollo d’intesa tra Anci ed Agenzia del territorio potrà scendere sino a40.000 abitanti e potrà risultare come sommatoria della popolazione di gruppi di comuni associati. Saranno i comitati costituiti nelle singole Regioni tra l’Anci e l’Agenzia del Territorio a valutare caso per caso se la detta soglia potrà essere abbassata. In ogni caso, però, le risorse stabilite per i comuni dal D.P.C.M. resteranno invariate a 46 milioni di euro ed i dipendenti dell’Agenzia distaccati presso i municipi resteranno 2.955.
lillo1
00venerdì 25 maggio 2007 20:22
il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri sul decentramento e l’accordo tra Anci e Agenzia, documenti in fase di definitiva emanazione, prevedono che i Comuni devono decidere, entro i 90 giorni successivi all’entrata in vigore di questi provvedimenti, se e quali funzioni gestire direttamente in materia di catasto e se e quali gestire con altre amministrazioni locali.


La scelta effettuata dai Comuni deve essere comunicata all’Agenzia del territorio e, nel caso di gestioni associate, deve essere comunicata anche al Ministero dell’Interno.
I Comuni potranno modificare la scelta effettuata entro i due anni successivi, precisamente entro il 15 luglio 2009.
I Comuni possono scegliere tra quattro diverse opzioni:
- possono assegnare tutte le funzioni all’Agenzia del Territorio;
- possono svolgere le attuali funzioni degli sportelli di decentramento catastale ossia possono consultare la banca dati a distanza e inserire in essa nuove informazioni;
- possono collegare gli sportelli comunali alla banca dati catastale e quindi consultare l’archivio dei dati ed interagire con esso;
- possono intervenire nel processo di accatastamento degli immobili e di verifica delle rendite assegnate oltre ad interagire con la banca dati catastale.
Le scelte effettuate dai Consigli comunali devono essere comunicate all’Agenzia del Territorio che viene incaricata di svolgere compiti di monitoraggio, entro i 90 giorni successivi alla pubblicazione del Dpcm.
Il Dpcm prevede che le gestioni associati possono essere effettuater solo dai Comuni con più di 40mila abitanti. Questo limite è derogabile da parte dei Comuni capoluogo, delle comunità montane e dagli enti che hanno condotto sperimentazioni negli ultimi anni.
La Finanziaria 2007 vieta ai Comuni la possibilità di utilizzare, nella gestione di questi compiti, dei soggetti privato, delle società miste o società in house.
Sulla base delle scelte del Consiglio, i Comuni devono stipulare una convenzione con l’Agenzia del Territorio e dovranno decidere le modalità con cui gestire i propri compiti.

lillo1
00giovedì 5 luglio 2007 14:10
Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale di oggi il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14 giugno 2007 recante Disposizioni in materia di decentramento delle funzioni catastali ai Comuni
Michele Dei Cas
00giovedì 5 luglio 2007 17:17
Dal sito Anci: Il protocollo d’intesa del 4 giugno 2007 tra l’ANCI e l’Agenzia del Territorio definisce i requisiti dimensionali per la gestione diretta delle funzioni catastali da parte dei Comuni. Questi ultimi sono il risultato della elaborazione dei dati relativi alla popolazione residente, al numero di unità immobiliari urbane, e infine al numero di particelle del Catasto Terreni non passate al Catasto Fabbricati. Il parametro che si ottiene è una media ponderata dei dati di consistenza riferiti al singolo Comune o a loro aggregazioni. Sul sito dell’Agenzia del Territorio è consultabile l'elenco dei Comuni con i dati di consistenza e il calcolo del parametro dimensionale.


http://www.anci.it/index.cfm?layout=dettaglio&IdSez=10024&IdDett=12044
lillo1
00lunedì 24 settembre 2007 10:02
Io questa operazione non l’ho proprio capita. In una fase in cui il catasto ha cominciato a funzionare, le operazioni più rilevanti si fanno tutte in via telematica, i professionisti si collegano via internet, i comuni possono accedere ai dati di cui hanno necessità attraverso il portale dei comuni, e per di più possono (potranno) interloquire sulle proposte di accatastamento grazie al sistema di verifica dei docfa, che bisogno c’era di armare tutto questo casino del decentramento.

Mi domando pure che senso ha la scadenza del 3 ottobre, entro cui le amministrazioni devono fare delle scelte rilevanti, se nessuno sa dire oggi come si finanzieranno i poli catastali, quali risorse verranno trasferite, quali saranno i costi a carico dei comuni.
Fare una scelta senza un piano economico è una follia, possibile che l’anci – che caldeggia questa scelta propagandandola come una meravigliosa opportunità per i comuni – non si sia resa conto di questo?

Sarò pessimista, ma mi pare evidente una cosa: se oggi c’è un ufficio del territorio per ogni provincia, con un numero ics di dipendenti (uno ogni sessantamila abitanti al nord, uno ogni seimila al sud … ! o almeno, così ci hanno detto), se dopo questa operazione di decentramento i poli catastali si moltiplicheranno, e diventeranno 8, 10, 15 per provincia… bisogna essere dei geni della finanza, o dei menagramo, per ipotizzare che i costi aumenteranno in proporzione?
E che lo stato non li coprirà del tutto, e quindi si ribalteranno sui comuni? E che non ha nessun senso andare a deliberare qualcosa entro una scadenza prefissata, se non si sa quali saranno i costi?
Mah.
ferrari.m
00lunedì 24 settembre 2007 11:44
I dirigenti e funzionari dei Comuni la pensano tutti come te.

I politici non vogliono perdere la faccia e dopo avere chiesto per 10 anni il Catasto, ora lo prendono anche contro il loro interesse (e forse anche contro quello dei cittadini).

Il mondo funziona così.
lillo1
00lunedì 24 settembre 2007 12:04
Re:
ferrari.m, 24/09/2007 11.44:

I dirigenti e funzionari dei Comuni la pensano tutti come te.

.





ah, ok.
grazie per il conforto... (sul serio, neh. ogni tanto mi domando se sono io che do i numeri...)

lillo1
00lunedì 9 giugno 2008 20:52
la telenovela continua...

da sito anci:

L'assegnazione dei contigenti di personale per consentire ai Comuni la gestione delle funzioni catastali avverrà mediante trasferimento o distacco, lo afferma il DPCM 27 marzo 2008, specificando che il distacco con mantenimento del posto in organico del personale è disciplinato dall'art. 1, comma 357, della legge 244/2007, mentre la sua durata massima verrà determinata con un successivo DPCM da adottarsi entro il 15 dicembre 2009, sulla base delle scelte esercitate dai Comuni. In sede di prima applicazione, comunque, essa è prevista in due anni, con la possibilità di rinnovo di uno. In concreto, la procedura indicata dal decreto sarà la seguente: il personale interessato addetto ai servizi catastali presenterà all'ufficio di appartenenza domanda di trasferimento, indicando una o più sedi nell'ambito della propria Provincia, e in subordine di Regione, in ordine di preferenza fra quelle individuate.

Nel caso di trasferimento del personale al Comune - chiarisce il decreto - si procederà al corrispondente trasferimento delle risorse finanziarie, attraverso lo strumento della convenzione Agenzia/Comuni, necessarie per il riconoscimento delle quote di retribuzione accessoria di risultato (premio professionalità e premio produttività). Anche nell'ipotesi di distacco, al personale coinvolto verrà assicurato il mantenimento dell'istituto della retribuzione accessoria di risultato. Il decreto stabilisce infine che l'Agenzia dovrà trasmettere semestralmente all'Anci gli elenchi relativi alla quantità del personale assegnato ai Comuni su base provinciale, corredati dai dati relativi alle retribuzioni complessive e agli oneri previdenziali.

La pubblicazione del decreto, tuttavia, sconta una situazione a dir poco "paradossale", giacchè l'intervenuta sentenza del TAR Lazio 8138/2008 ha annullato il processo di devoluzione catastale ai Comuni, a causa di un eccesso di potere di questi ultimi nel riclassamento degli immobili. Materia che doveva rimanere nella competenza dell'Agenzia. Di qui l'apertura di una fase di incertezza e di vera e propria impasse, in attesa che qualcuno impugni la sentenza.
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