Toscana: arrivano i robot spazzini

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LiviaGloria
00mercoledì 14 febbraio 2007 21:59
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Toscana: arrivano i robot spazzini


11/01/2007 - Robot spazzini per pulire le strade e le piazze in Toscana. Il progetto prevede la realizzazioni di robot che eliminano rifiuti e sporcizia e muniti di sensori per l'analisi di inquinanti atmosferici. Si tratta del progetto europeo DustBot - Networked and cooperating robots for urban hygiene, cofinanziato nell'ambito del Sesto programma quadro di Ricerca e sviluppo tecnologico della Commissione europea. Coordinato dalla Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, h stato selezionato fra le 123 proposte presentate ed h in undicesima posizione fra le 20 migliori proposte ritenute idonee al finanziamento. Partecipano anche nove partner europei (Inghilterra, Italia, Spagna, Svezia, Svizzera) con una marcata presenza di realt' industriali, economiche e scientifiche toscane, con l'obbiettivo di realizzare, tramite l'impiego appunto dei robot, un'ottimizzazione della raccolta dei rifiuti e il miglioramento dell'igiene ambientale nelle citt'.

La rete di robot sviluppati sar' installata in cinque diverse citt' europee: Massa, Pontedera, Peccioli, Bilbao (Spagna) e Vrebro (Svezia). DustBot avr' il proprio centro di attivit' in un nucleo di istituzioni pubbliche e industriali toscane: la Scuola Superiore Sant'Anna; l'Universit' di Firenze; due imprese spin-off della Scuola Superiore Sant'Anna, RoboTech S.r.l. di Peccioli e Synapsis S.r.l. di Livorno. Il progetto prevede inoltre la partecipazione, a titolo di sperimentatori e potenziali futuri fruitori della tecnologia DustBot, dell'Asmiu di Massa, del Comune di Pontedera e del Comune di Peccioli.

Gli spazzini robot potranno anche trasportare piccole quantit' di rifiuti dall'abitazione degli utenti verso i punti di raccolta predisposti, al di fuori del centro storico. Da capire come saranno alimentati questi robot e quale eventualmente sar' il loro migliore utilizzo. Facendo magari una comparazione - energetica e di costi - tra il lavoro del robot, appunto, e quello dell'operatore. I cittadini potranno anche richiedere l'intervento del robot tramite una telefonata e ricevere dallo stesso robot informazioni utili riguardanti la qualit' dell'aria, la gestione del territorio o semplici informazioni turistiche. Questi dispositivi rappresenteranno un valido aiuto soprattutto per la raccolta di rifiuti in contesti urbani storici o di difficile accesso e per le persone anziane.

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[Modificato da LiviaGloria 14/02/2007 22.08]

LiviaGloria
00mercoledì 14 febbraio 2007 22:08
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Poliziotti hi tech in azione a Londra


28/11/2006 - Saranno dotati di videocamere portatili in grado di registrare molte ore di video mentre girano per le strade ed effettuano interventi di polizia. E i video varranno come prova in tribunale. Stiamo parlando dei primi otto agenti hi tech presto in azione a Londra. L'idea del progetto è quello di rendere le cam un deterrente: ben visibili a tutti, dovrebbero scoraggiare comportamenti antisociali, quantomeno quelli commessi dinanzi ad un poliziotto. Oltre a manganello, telefonino e distintivo, i poliziotti hi tech possono ora contare su cam portatili, "aggrappate" ai copricapo d'ordinanza. Dal giornale Guardian si apprende che le cam registrano immagini in alta risoluzione, che sono in grado di registrare fino a 12 ore di video (che equivale al tempo massimo in cui un agente può prestare servizio) e che le immagini vengono archiviate all'interno di un dispositivo digitale incorporato nella cintura dei poliziotti.

In arrivo cam di sorveglianza dotate di nuovi software di controllo che consentono di identificare automaticamente, senza necessità di occhio umano, gli atti violenti. Le cam sapranno distinguere, ad esempio, un pugno in faccia da un innocuo abbraccio fraterno. I ricercatori promettono di integrare una nuova "capacità cognitiva" alle cam sparse per la Tube di Londra o nei laboratori di ricerca dei microprocessori super-intelligenti. E non è una cosa da poco saper riconoscere e distinguere autonomamente i comportamenti violenti da quelli amichevoli. Secondo una segnalazione di Silicon.com, il New Scientist riporta lo sviluppo, da parte dei ricercatori dell'Università del Texas, di un sistema di videosorveglianza intelligente in grado di identificare i comportamenti criminosi. Il software alla base del sistema è stato progettato per analizzare ogni fotogramma del materiale filmato per l'individuazione di comportamenti sospetti. Per testare la tecnologia sono stati impiegate sei coppie di persone, a ciascuna è stato chiesto di compiere varie azioni l'uno nei confronti dell'altro, incluse sequenze di lotta con pugni (finti, naturalmente) e spintoni a terra. I filmati sono stati poi passati al controllo del software, che è stato in grado di riconoscere correttamente il 92% di azioni singole (come una semplice stretta di mano) e i due terzi delle sequenze di azioni più lunghe.

La nuova "videosorveglianza intelligente" potrebbe essere presto impiegata nei network di monitoraggio sparsi per ogni dove, sia in ambiti pubblici che privati. Prima però, la tecnologia dovrà essere ulteriormente raffinata. Il dottor Mark Everingham, scienziato della School of Computing dell'Università di Leeds, ha dichiarato che "occorrerà ancora del tempo prima che questi nuovi sistemi siano abbastanza affidabili da essere usati in situazioni reali".
Le immagini impiegate per i test sono state registrate in alta risoluzione, mentre le telecamere comunemente impiegate per il controllo a circuito chiuso sono di qualità inferiore e a bassa risoluzione. Senza ulteriori sviluppi della tecnologia, il software di analisi potrebbe semplicemente fallire nel riconoscere sagome umane non precisamente definite all'interno di materiale registrato di qualità non eccellente. Che ci riesca, però, sembra solo questione di tempo.

L'esperto di sicurezza Bruce Schneier lancia l’allarme sul suo blog: si moltiplicano i casi in cui i controlli della sicurezza negli aeroporti si trasformano in processi sommari alle intenzioni. Per giunta senza avvocato e giudice super partes. In particolare, Schneier indica il caso di un passeggero che stava per imbarcarsi in un piccolo scalo aeroportuale nella California del Sud, trattenuto per controlli e infine buttato al fresco per sospetto uso di sostanze stupefacenti. L'uomo, come lui stesso racconta in un post sul forum di FlyerTalk, è stato vittima di un vero e proprio terzo grado da parte dell'agente del TSA dell'aeroporto, per il solo fatto di essere colpevole di portare con sé una palla fatta con elastici di gomma che ha insospettito il funzionario governativo. Dopo aver passato 12 ore in carcere con l'accusa di essere sotto l'effetto di droghe, la brutta avventura dell'uomo è finita a seguito del risultato negativo del test del sangue. E non è un problema solo americano: in Svezia, una donna ha passato un brutto quarto d'ora dopo la confisca da parte della security dell'aeroporto parigino delle proprie medicine. La signora, affetta da una grava forma d'asma e da aritmia cardiaca, necessitava di tenere i flaconi sequestrati sempre a portata di mano: una volta sul volo che la stava riportando in Svezia è andata in shock allergico, calmatosi solo dopo che la hostess le ha portato un contenitore con le medicine sequestrate al controllo. All'aeroporto internazionale di San Francisco, invece, si è registrato un nuovo caso di controllori controllati, sempre ad opera della compagine governativa della : gli agenti della TSA sono stati scoperti nella pratica di "spiare" gli addetti alla sicurezza e al controllo dei passeggeri, con l'intento di verificare se questi facessero bene il proprio lavoro. Ebbene, non solo la copertura è saltata, ma il report dell'operazione ha messo in luce anche la mancata attenzione degli agenti ad una potenziale falla nella sicurezza dei controlli, con un passeggero non ispezionato a dovere al checkpoint.

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