Somalia armata
Armi e altro materiale militare arrivano in Somalia come un fiume in piena. La metaforica immagine è stata usata recentemente in un rapporto che le Nazioni Unite hanno stilato e reso pubblico.
Si tratta dell’analisi della situazione armamenti in Somalia, alla luce anche dei recenti scontri che hanno visto la morte di centinaia di persone nella capitale Mogadiscio. Armi che, nonostante l’embargo imposto quindici anni fa dall’Onu, continuano ad arrivare nel paese.
Il rapporto, stilato dal Gruppo di Monitoraggio sulla Somalia dell’Onu – cui è stato rinnovato il mandato sul territorio dal Consiglio di Sicurezza la scorsa settimana – parla di interessi molteplici che coinvolgono molti paesi rei di aver fornito armi alla Somalia nonostante l’embargo.
Djibouti, Eritrea, Etiopia, Italia, Arabia Saudita e Yemen sono indicati dal rapporto come fornitori d’armi nell’ultima parte del 2005 e nel primo trimestre dell’anno in corso – tutti i governi dei paesi chiamati in causa hanno inviato una lettera negando di aver violato l’embargo -.
Eritrea e Etiopia sono accusati di fornire armi, munizioni e altri armamenti a vari gruppi somali mentre Djibouti e Yemen avrebbero dato uniformi e veicoli al governo federale di transizione (Somalia's Transitional Federal Government – TFG) in carica dall’ottobre del 2004 dopo due anni di dialogo – sostenuto da una autorità intergovernativa regionale composta da Djibouti,Eritrea, Etiopia, Kenya, Sudan, Uganda e ovviamente Somalia - tra i vari clan e fazioni somale che alimentavano la guerra civile in atto dal 1991 cioè da quando ebbe fine il regime di Muhammad Siyad Barre.
da:
www.nigrizia.it/doc.asp?ID=8239&IDCategoria=108