Solo spezzoni di vita punk

Nichilista errante
00mercoledì 23 agosto 2006 00:01
sì, ho deciso di scrivere la mia biografia. sapete non è così semplice come sembra: c'è da scegliere se prendere la cosa dal lato morale, o dal lato estetico, oppure fare una mera rievocazione di ricordi. E poi scegliere il materiale: come faccio a sapere se per il lettore sarà più interessante il racconto della mia sega dell'altra notte oppure le mie riflessioni sul "Nichilismo Europeo" di Heidegger? anche ricordando si compiono delle scelte, che sommate a quelle compiute nel momento del passato, creano doppi binari che si intrecciano e si scambiano, facendo sì che il tempo si sovrapponga fino a che non metto mano all'uccello per scordarmi questi trip mentali. ma soprattutto devo scegliere qualcosa che piaccia a te amico mio, che dal buco della serratura della parola spii le parti che scopro e magari speri che velo dopo velo mi mostri a mutande calate, neanche lo sapessi! e immagino che non vorresti solo me con gli slip alle ginocchia, ma anche le mie ex fiamme dovrebbero passare come mamma le ha fatte fra le tue dita umide e vogliose che scorrono il foglio come fosse il corpo di una bella donna. Invece ti sbagli! Non sono qui per accontentare la tua voglia di epidermidi poco coperte e ricordi di trombate finite a coito interrotto: preferisco scoprirmi il petto trapuntato di cicatrici, e far passare la tua mano esitante fra le pieghe dei baci lasciatemi dal coltello. Tasta dunque con il polapastrello queste pagine, le vedrai piegarsi, avvallarsi e schernirsi dalla tua mano che come il muso d'un levriero s'infila ovunque, anche dove la decenza (che non ho) non permette d'essere troppo precisi. Non mi credi?
Io sono un punk di provincia, non uno di quei fighetti con la maglietta dei Sex Pistols che s'aggirano per le piazze del centro ostentanto come fossero gioielli manette e catene lucide di ferramenta, proprio no! non m'aggiro come loro sculettando fra tipe annoiate e semi-ubriache cercando la 14enne che infatuata del cantante dei Green Day mi conceda un giro perchè sono un "vero punk" come lui. Io vago fra i vicoli dietro la stazione, in cerca dell'amico andato a cercar coca e non ancora tornato, sperando che non sia in overdose... io ai concerti non mi metto in posa seduto al tavolino con una canna in mano e la birra nell'altra, raccontanto di quanti nazi ho picchiato mentre la mano scorre su due gambe mal depilate; mi trovi al centro della pista, con il pugno serrato e la catena in mano, imbrattato del viscido sangue del vicino a cui ho appena rotto il naso, che cerco d'evitare che mi renda il favore. e se una ragazza s'avvicina, di certo non mi chiede una sigaretta, ma presomi per il collo m'assesta una testata per vendicare il fidanzato dolorante a bordo pista. Se dalla zona calda m'allontano, è solo per salire sul palco e gridare "vi odio" al cantante per poi saltare furioso sul primo sottopalco a tiro, che ammica al mio naso con il pugno chiuso.
No, la mia biografia non la scrivo, ci sono ancora troppi stomaci che invocano le mie borchie e troppe teste che aspettano la mia catena; quando la rabbia si sarà esaurita in troppi lividi, allora mi siederò a tavolino, accenderò una sigaretta, il chiodo poggerò ai bordi del letto, e affronterò il tuo sorriso di disprezzo armato di penna appuntita e foglio immacolato.
lemieparole
00mercoledì 23 agosto 2006 12:39
niente male, Nichi, anzi qualcosa di più.....bravo..direi..si bravo. Cattivo e ironico quanto basta.

ps: allora un anima ce l'hai [SM=g27827]:


gianni
VERSOLIBERO
00venerdì 25 agosto 2006 12:25

No, la mia biografia non la scrivo, ci sono ancora troppi stomaci che invocano le mie borchie e troppe teste che aspettano la mia catena; quando la rabbia si sarà esaurita in troppi lividi, allora mi siederò a tavolino, accenderò una sigaretta, il chiodo poggerò ai bordi del letto, e affronterò il tuo sorriso di disprezzo armato di penna appuntita e foglio immacolato.


L'ho riletto anche qui, Poeta e Scrittore, non mi perdo niente come vedi.


Amaro e forte, contrasta molto con la tua dolcezza caratteriale.



Mi piacciono la tua arma e quel foglio immacolato:

alla fine spero che da battagliero tu vinca, e riesca a trasformare un sorriso di disprezzo in un vero sorriso.

Quel che non mi piace è...la sigaretta (ma quando sarai qui ti stamperò tanti di quei bacini che non avrai il tempo di fumare! [SM=g27838] [SM=g27838] [SM=g27838] [SM=g27838] [SM=g27838] [SM=g27838] )
Ros
piccolo folletto
00venerdì 25 agosto 2006 14:47
leggendo quanto avete scritto ho pensato a queste due righe
che ne dite amico mio
non è biografia ma...potrebbe essere non credete?

vi abbraccio
PS cara Ros voi che ne dite?



Da qualche tempo amico mio ho il desiderio di scriverti ma la paura di sapere cosa vado pensando è angosciante, mi tormenta, mi devasta l’animo, perseguitandolo come una lepre braccata dal suo infido assalitore e tutto questo non mi permette di lasciare il segno di questi tempi infausti. Palese è il fallimento dell’uomo nel suo venir meno a se stesso in una totale mancanza di goliardia. I fogli cestinati non si contano più, ma tanta è la voglia di lasciare un segno chiaro di questo tempo che ancora oggi, in questa calda mattina di febbraio, le mie parole tendono a riprendere forma ma sono certo che anche stavolta saranno, con molta probabilità, relegate nei cassetti dei farò o dei riproverò domani; benché speri che presto, quando la volontà d’essere sarà maggiore della paura d’essere, tutto questo pensare prenderà realmente forma! Mi sento vuoto di un tutto, ogni traccia segnata su questo foglio pare allontanarmi da quanto vorrei essere, o almeno, da quanto mi par d’essere; forse scriverti mi aiuterà per capire dove questi tempi mi condurranno, e se quanto vado facendo è quanto, veramente, desidero. Chi sono, dove vado sono le domande che da tempo mi perseguitano. È difficile scrivere, la confusione è tale che qualsiasi pensiero mi pare una ripetizione dell’altro, è un continuo sovrapporsi d’immagini di quel che è, di quel che è stato, e di quello che sarà, o che vorrei che fosse, fumo denso sui miei occhi. Se solo riuscissi a liberare la mente dal buio atavico in cui da giorni vivo, scriverti sarebbe una vera primavera, raramente libero la mia camera ai colori del cielo, e la pioggia di questi giorni non mi aiuta, anzi mi amareggia ulteriormente. Mi par di essere un recluso, che può e deve scorgere la Bellezza della Natura e della Vita solo dalle sue infime grate, ma mentre questo elargisce pensieri e parole di giubilo in me si ergono solo maledizioni e improperi a questo Dio che troppo spesso mi relega ai bassi fondi del vivere. Maledetta sia questa snervante apatia che non mi lascia scampo, né vita. Dalle persiane filtrano, riversandosi sulle piatte e bianche pareti della stanza, piccoli ventagli cromatici. I miei occhi semichiusi s’immergono nel primigenio giallo canarino, che ben presto si tramuterà in arancio per poi scemare lento e fiero in un rosso intenso che farà di queste scaglie di luce la mia primavera inattesa. Ma sarà solo un attimo di vita, una goccia di speranza che verrà meno al sopraggiungere della notte. Di sotto è un cicaleccio continuo – vecchi genitori intenti a giustificare le azioni fin qui dis-piegate con i loro figli; ad altri ingenui genitori; amanti che si incrociano e si aprono al cielo, scontri e incontri dettati dal caso, chiedendo giustificazioni ed eventuali perchè -! Chiacchiericcio che non va disperdendosi nell’aria inutilmente ma, apre in me una sconfinata serie di ricordi di vite che hanno accarezzato la mia, seppur giovane, vita. Tempo fa scrissi in merito a questo tema alcune righe che ora ti riporto, riflessioni su quanto troppo spesso ci lasciamo invadere l’anima dagli altri e lasciamo che segnino in noi tempi, spazi, o al più lasciamo che due occhi ci distraggano dal nostro percorso.



a voi tutti
VERSOLIBERO
00venerdì 25 agosto 2006 15:38
Cosa ne dico? Sono i miei stessi pensieri ma qui espressi in forma nobile, non terra terra come faccio io. Una "biografia" vista dal rovescio, e forse essendo tutti noi come una spugna che assorbe il mondo circostante, nel bene e nel male, bisognerebbe ogni tanto strizzarla per tornare all'essenza pura di noi stessi, a quell'io che può è deve interferire, interagire e ri-creare il possibile in ogni tempo e in ogni luogo.
Io spero che queste righe Leonardo le possa considerare un dono, qualcosa di prezioso da portarsi in tasca e rileggere oggi e fra qualche tempo, ancora e ancora. Ma intanto dovrà portare alla luce proprio l'essenza di sé, quel qualcosa di unico che rende forti e immuni solo se lo vogliamo, se lo crediamo fortemente. Non una specie di io segreto e solitario in tono minore rispetto agli eventi, ma un io capace di percepire la bellezza del nostro vivere nell'universo, nonostante apparentemente o realmente temiamo l'uomo come si teme una belva, e nonostante le debolezze dell'uomo.

Grazie Piccolo Folletto! [SM=g27838] [SM=g27822]

Ros
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