Rivedere la luce grazie a un'alga

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vanni-merlin
00sabato 8 aprile 2006 09:47


06.04.2006
Rivedere la luce grazie a un'alga

I primi esperimenti su topi geneticamente affetti da degenerazione retinica



C’è ancora molto lavoro da fare, ma i risultati di un esperimento condotto da Zhuo-Hua Pan, della Wayne State University fanno sperare che grazie a una nuova strategia terapeutica sia in futuro possibile restituire la vista a chi soffre di alcune patologie degenerative della retina. Un primo risultato è stato già ottenuto in un ceppo di topi che soffre di una deficienza di funzionalità dei fotorecettori analoga a quella che si manifesta nelle persone affette da retinite pigmentosa. Utilizzando un virus innocuo, Zhuo-Hua Pan ha infatti introdotto nei neuroni che formano lo strato interno della retina, che normalmente non sono fotosensibili, un gene che codifica una proteina sensibile alla luce. Come riferisce Zhuo-Hua Pan in un articolo apparso sul numero odierno di Neuron, la nuova proteina prodotta dalla cellula – una forma di rodopsina (ChR2) comunemente presente in un’alga verde – ha fatto sì che i neuroni trattati si attivassero in presenza di luce, inviando un segnale alla corteccia visiva dell’animale. Inoltre, la proteina non viene degradata subito dagli enzimi presenti nella cellula nervosa e persiste in essa a lungo. Uno dei problemi che restano da affrontare è la determinazione dell’intensità del segnale che arriva alla corteccia cerebrale, dato che la proteina dell’alga è meno sensibile di quelle che vengono sfruttate da coni e bastoncelli. Inoltre, osserva Zhuo-Hua Pan, “ le patologie degenerative della retina sono eterogenee e sono necessari ulteriori studi per stabilire quali tipi di esse siano eventualmente trattabili”. Rispetto ad altre tecniche sperimentali perseguite in questo campo, quella ideata da Zhuo-Hua Pan offre il vantaggio di non richiedere l’impianto di alcuna protesi o chip elettronico all’interno dell’occhio, fonte di possibili reazioni negative da parte dell’organismo ricevente.


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da: www.lescienze.it/?ref=rephpsbdx



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