A proposito di latte e formaggio
Non sto a pubblicare cose trovate navigando su internet (che gran fonte, però!!!); mi limito alle conclusioni della mia ricerca “notturna” (ho sistemato gli appunti in quest’ultima mezz’ora: che bello dedicarsi a queste cose durante la propria pausa pranzo!).
L’allevamento era prevalentemente incentrato su animali da fatica (bovini, asini, cavalli) per alleviare il lavoro dell’uomo, ma era presente anche per gli animali di piccola taglia per la carne (suini e ovini) e il latte (ovini); non credo si possa considerare da “ricchi” la presenza di questi animali presso i contadini, anzi era necessaria e abbastanza diffusa per i motivi sopra elencati (concordo comunque sul fatto che non era alla portata tutti, Alcen). L’allevamento ha subito un processo di trasformazione lento per divenire quello che conosciamo oggi tutti noi.
Il latte, considerato cibo per l’infanzia e dei barbari (per il solo fatto che non conoscevano a fondo il vino), non poteva essere commerciato perché facilmente deperibile e veniva quindi utilizzato, oltre che per il consumo quotidiano della famiglia (prevalentemente contadina), per la produzione del formaggio con tecniche antiche (Etruschi, pare) conosciute in ogni dove.
Il formaggio era mal visto dai medici fino nel tardo Medioevo, periodo in cui assunse, però, un ruolo importante nell’alimentazione contadina (questo già dall’antichità, naturalmente) e, più tardi e in un lento processo di nobilitazione del prodotto, di tutte le caste sociali. Quindi, l’importanza economica di questo prodotto tardò ad essere percepita dai mercanti, compresi quelli anseatici.
Ciò non toglie che mi piacerebbe tanto poter commerciare, insieme a birra e vino, qualche buon formaggio stagionato al punto giusto per valorizzare la degustazione delle due bevande: pensate, in questo modo si potrebbero ottenere prezzi migliori, ovvero più alti!
Saluti a tutti