siamo appena entrati nella marea. Non sappiamo quante ossa arriveranno sulla costa l’importante che, siano predisposte per un passo adeguato a chi oltre a quelle avrà mantenuto anche la pelle
non ricordo di preciso cosa accadde
faceva freddo e noi tornavamo dalle Bermuda, come uno zingaro che torna a casa sua senza sapere di averne una. La nave scheggiava il mare con maestria, potevamo vedere i granelli di sabbia che si separavano dal resto
l’aria si schiantava sul naso come se non avesse mai visto nulla di simile
era inverno spaccato
ma forse l’eterno navigare aveva unificato le stagioni, tanto che queste, ingoiavano tutti i nostri anni, le passioni che ad ogni porto recuperavamo con l’amo più buono.
dicevo
non era tutto quel che sembrava. Né avevamo sentite tante dai mostri, alle cicogne che ti portano sulle zampe. Ma questa non somigliava per niente ad una di queste storie, aveva qualcosa di vero
anche se per gli occhi sapeva di falso, una clamorosa suggestione emotiva
e spero sia stata così (un'emozione)
che abbia reso il tutto un cumulo di cenere. Capita, soprattutto a vecchi marinai che toccano terra solo per verificare la loro esistenza.
stolti ed imprecisi
i nostri sguardi infilavano le mani sui capelli. Le nostre giacche distese sul vento brindavano a quello che dietro le isole tirava morte sulla bonaccia del mare
era lui
col volto forgiato da mille notti passate in bianco, con la pelle uncinata che pendeva dalle ossa
il libro
che avrebbe reciso ogni arteria di chi l'avesse toccato
al azif
[Modificato da mr.si 06/11/2006 16.05]
[Modificato da mr.si 06/11/2006 16.07]