Istat, boom delle cause di lavoro
Tra il 2000 e il 2004 crescita esponenziale dei procedimenti in materia di lavoro e previdenza. Più della metà si concentrano nelle regioni del Sud. E per una sentenza di primo grado ci vogliono quasi tre anni
La cause di lavoro che vengono aperte ogni anno non fanno che aumentare. E che il mondo del lavoro sia in tensione lo si può registrare anche da qui. I dati sono quelli resi noti oggi dall’Istat che ha effettuato un’analisi sui procedimenti in materia di lavoro, previdenza e assistenza obbligatoria presso i 165 tribunali civili e le 29 corti di appello.
Nel corso del 2004 sono stati aperti 414 mila e 278 nuovi procedimenti in primo grado con un incremento rispetto al 2000 pari al 5,3% (erano 393 mila e 532).
L'aumento della litigiosità – dicono gli esperti dell’Istat - è evidente non soltanto analizzando i valori assoluti, ma anche rapportando il numero delle cause alla popolazione di riferimento di ciascun anno. Per ogni 100 mila abitanti, nel 2000 si registravano 797,2 procedimenti in primo grado e 91,9 appello. Nel 2004 si è arrivati a 833,6 procedimenti in primo grado per ogni 100 mila abitanti e a 120 in secondo grado.
Per lo più i conflitti si concentrano nelle regioni del Sud dove si concentrano il 55,2 per cento dei procedimenti con valori più che doppi di quelli nazionali. Nel dettaglio le regioni più interessate sono Campania e Puglia.
Nel 2004 sono state decise con sentenza o con decreto 325 mila e 255 cause con un aumento del 21,3% rispetto a quanto avvenuto nel 2000. Tra i motivi prevalenti, la corresponsione della pensione di invalidità copre il quasi un quinto delle cause (il19,7%) e la corresponsione di retribuzioni e altre indennità retributive e onorari (il 14,5%).
Sono 898 i giorni medi necessario per avere una sentenza dal giudice di primo grado. Nel Nord-ovest il tempo necessario scende a 387 giorni mentre al Sud sale a 1.020 giorni.
martedì 16 maggio 2006
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