1)Spagna 1944. L'esercito franchista sta piegando le ultime frange di resistenza alla sua avanzata. Carmen, una giovane vedova, ha sposato Vidal, un capitano dell'esercito, e lo raggiunge assieme alla figlia dodicenne Ofelia. La bambina soffre per la presenza dell'arrogante patrigno e cerca di aiutare la madre che sta affrontando una gravidanza difficile. Il suo rifugio è costituito dal mondo delle fiabe che si materializza con la presenza di un fauno che le rivela la sua vera identità. Lei è la principessa di un regno sotterraneo. Per raggiungerlo dovrà superare tre prove pericolose.
Guillermo Del Toro lavora ormai stabilmente su due fronti. Su quello hollywoodiano (vedi Blade 2) prova a 'inserire caviale negli hamburger', come ama dire. Si permette di rinunciare alla chiamata per Harry Potter e il prigioniero di Azkaban per completare il progetto di Hellboy e poi torna ai suoi amati racconti che rileggono la realtà storica in chiave fantasy-horror. Il franchismo in modo particolare lo appassiona in quanto messicano cresciuto sotto il tallone di una nonna ultraconservatrice in materia religiosa. Senza i mezzi delle megaproduzioni statunitensi ma con un' accuratezza e sensibilità che spesso a quelle dimensioni produttive finiscono con lo sfuggire, Del Toro ci parla di soprusi e di innocenza, di ricerca di un mondo 'altro' in cui trovare la pace senza però rinunciare alla propria integrità di essere umano in formazione. Un film per giovani-adulti e per adulti-giovani il suo, meno facile da 'vendere' a un pubblico ben definito ma, anche per questo, più interessante.
2)Un anno di preparazione, quattro mesi di riprese e sei mesi di post-produzione per una favola dark dalle mille sfaccettature. Più che rientrare nei canoni di uno stile ben determinato, “Il labirinto del Fauno” di Guillermo Del Toro vive nella commistione di stili diversi: dall’orrore alla cronaca storica, dalla fiaba allo spunto mitologico.
Per usare una frase dello stesso regista, possiamo affermare che siamo di fronte ad ‘un dramma ancorato in un contesto di guerra in cui si innestano elementi fiabeschi e mitologici’.
Di forte impatto visivo, “Il labirinto del Fauno” riflette la passione di Del Toro per le arti figurative. In particolare, ad ispirare il personaggio di Pan fu un impressionante quadro di Goya intitolato “Saturno che divora uno dei suoi figli”.
Per quanto riguarda l’atmosfera generale del film, il regista si sarebbe ispirato ad alcune opere dell’illustratore fantasy Arthur Rackham. Risultato: equilibrio perfetto fra perversione, sensualità e sfrenata fantasia.
L'ho visto quasi 2 settimane fa e devo dire che mi è piaciuto molto. Qualcun'altro l'ha visto? Che ne pensate?