I complicati meccanismi della storia, della geografia e dell’educazione civica si comportano col cavaliere Banana così come gli ingranaggi delle macchine di Chaplin nella fabbrica di
Tempi moderni : lo divorano.
Messo di fronte alla catena di montaggio del
cazzatificio mediatico con cui è abituato a gingillarsi da qualche lustro ecco che il doppio petto più veloce dell’Occidente a sparare frottole e ribaltare verità inizia a dar segno di cedimento.
Accetta così di partecipare ad un gioco idiota per menti deboli: la classifica dei dittatori. Banana sceglie Mussolini, noto
tour operator della prima metà del ventesimo secolo, organizzatore di vacanze riposanti per dissidenti ed oppositori politici, di safari avventurosi nel corno d’Africa con tanto di escursioni al gas e massacro di migliaia e migliaia di civili, di viaggi della speranza verso gli accoglienti campi naturalisti di Auschwitz e Dakau per migliaia di ebrei, zingari, finocchi. Lo giudica migliore di un cattivo che oggi va per la maggiore, quel Saddam Hussein che invece, molto più crudelmente, ha perseguitato i suoi oppositori politici e massacrato con i gas intere popolazioni, ha trascinato il suo paese in una guerra tragica (mentre il “Duce” diede sempre prova di sfegatato pacifismo, tenendo abilmente l’Italia fuori da ogni conflitto) e, meschino fin negli affetti familiari, si è spinto a far ammazzare i generi che cercavano di salvare la pelle prima dell’arrivo della bufera (mentre
Musslèn, è noto, fu sempre molto tenero e comprensivo nei confronti dei propri congiunti, in particolare verso il conte Galeazzo Ciano).
Di fronte allo sbigottimento dei soliti prevenuti oppositori gli cadono davvero le braccia e, non appena il fido Bondi gliele ha riportate e riavvitate, spiega orgoglioso di aver inteso difendere Mussolini per amor di patria e orgoglio nazionale; mai avrebbe accettato di vedere infangato l’onore del suo paese. Insomma, se si giocasse una bella sfida tra “Ergastolani di
Regina Coeli” e “Braccio della morte di
Sing Sing” l’intero stivale tiferebbe assieme a lui, ed ogni patriota sosterrebbe che il
mostro di Firenze era meno crudele con le sue vittime di
Jack lo squartatore (non mi viene in mente un motivo… toh, magari perché le eliminava in un poetico e romantico boschetto fiorentino anziché negli squallidi vicoli di Londra).
In ciò Banana è davvero un precursore, un antesignano, un rivoluzionario. Nella sua esaltazione per la dittatura bonaria del Duce, i cui squadristi (qualche manganellatina, qualche purghetta che fa sempre bene all’intestino) erano solo un pochetto più cattivi degli sbirri di Bolzaneto o della Diaz (qualche manganellatina, qualche prova falsa lasciata qua e là per depistare le indagini), e non quei mostri massacratori che la storiografia marxista dipinge, si spinge ove mai e poi mai altri governanti europei riuscirebbero ad arrivare. Qualcuno immagina il tenero Aznar che spiega alla stampa “
Franco era meglio di Pol Pot, non fosse altro perché garrotava i condannati al clima secco della Spagna anziché eliminarli in mezzo all’umidità cambogiana”, quel ruttomane tedesco di Schroeder che esalta “
Hitler, assai preferibile a Stalin: lui mangiava crauti, quell’altro brodo con panna acida” e Putin che replica “
Sempre meglio Stalin di Attila e dei suoi, che frollavano la carne tra le proprie chiappe e il cavallo che montavano”?
La disputa è di quelle che farebbero incazzare come tigri (o ridere come iene: dipende dal proprio senso di umorismo, dal grado di rassegnazione raggiunto, dalla specie animale cui si somiglia) storici, studiosi, ma anche popoli interi. Perché, si sa, giochicchiare con il passato, specie con il passato prossimo, è attività delicata se non rischiosa, e certi discorsi vanno presi con le molle invece di essere toccati con la beota spocchia bananesca; soprattutto in presenza di una sottile, strisciante rimanenza presso la popolazione di convincimenti idioti e superficiali su una materia tanto scottante.
Sarebbe una buona disputa se, in presenza di uno spunto così interessante (la VERITA’ sul fascismo, non le frottole di un presidente del consiglio ignorante e di una parte di popolazione ignorante quasi quanto lui), i media trovassero la forza e l’iniziativa di toccare l’argomento, spazzando via i troppi convincimenti falsi che ancora circolano a piede libero in Italia.
Nulla –ahinoi- si è però ancora potuto osservare sui nostri schermi. E, siccome è noto che la maggiore possibilità di PENETRAZIONE per una iniziativa di questo tipo sta nella sua immediata vicinanza con uno straccio di avvenimento che abbia richiamato l’attenzione popolare, c’è da temere che o non la vedremo mai o, in caso contrario, quando ciò accadrà la polemica sarà stata quasi interamente rimossa, e il programma verrà scambiato per uno dei tanti (interessanti ma, temo, abbastanza snobbati dal pubblico) documentari che cercano di trasmettere agli italiani quelle poche, basilari nozioni storiche di cui avrebbero bisogno per non ripetere le figuracce del loro presidente del consiglio e per comprendere quanto basso sia il livello culturale bananesco.
Chissà se il pio e zelante Socci, ristabilite le fragili rotule dall’intervista condotta sulle ginocchia all’adorato Banana, riterrà opportuno dedicare una puntata del suo lugubre programma al tentativo di ristabilire una parvenza di verità storica.
Chissà se, tra le stimmate di Padre Pio, la maternità di Maria Pia Franzoni, le fregnacce di Igor Marini e i miliardoni del calcio, “sua reticenza” Bruno Vespa riuscirà a far commentare a Clarissa Burt, Valeria Marini, un cetriolo e Maurizio Gasparri (in ordine decrescente di quantità di materia grigia attiva e funzionante) gli “splendori” del ventennio fascista, stabilendo una volta per tutte che Mussolini era un ottima persona la cui opera fu sabotata da quegli inconcepibili avversari politici i quali, malgrado le comodità offerte dalle località di villeggiatura dove egli si preoccupava di spedirli, gli remarono contro per anni.
Roba che uno come Bondi, fosse stato lì allora, avrebbe pianto per settimane e mesi.
[Modificato da Fog 14/09/2003 15.41]