Asa: "Il mio canto per curare l'Africa"

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vanni-merlin
00mercoledì 14 novembre 2007 21:05
Il disco d'esordio della cantautrice nigeriana conquista l'Europa
"Voglio parlare ai giovani africani affinché prendano in mano le redini del loro destino"

Asa: "Il mio canto per curare l'Africa"

di GIUSEPPE VIDETTI


ROMA - L'industria del disco è cambiata, se ne sono accorti tutti tranne quelli che i dischi li producono. Finita l'epoca delle megaproduzioni, tramontato con Michael Jackson il mito della superpopstar, logorato con Beyoncé l'appeal della giovane diva next-door, superata la moda dei raccomandati "figli di" (anche Coco Sumner, la bella figlia di Sting, cerca successo con voce e chitarra su myspace), il mercato sta riscoprendo il potere delle emozioni forti e semplici (alla Ben Harper, per intenderci).

La normalità è la chiave giusta per sfondare, e la giovane Asa l'ha infilata nella giusta serratura. È un fenomeno: ha 25 anni, arriva dalla Nigeria, il suo album d'esordio è già al top delle hit europee e la tournée appena iniziata si preannuncia ricca di sold out (in Italia arriva a marzo: il 12 all'Auditorium Parco della Musica di Roma, il 13 al Rolling Stone di Milano, il 14 al Flog di Firenze, il 15 all'Hiroshima Mon Amour di Torino).

Le prime a far tesoro delle indicazioni della rete, che già hanno trasformato Lily Allen e Kate Nash in principesse del nuovo pop, sono state le etichette indipendenti. Fa gola anche alle major il fatturato della francese Naïve, che da anni insiste su prodotti di nicchia che si sono conquistati la fiducia di un'esigente fetta di pubblico con artisti che arrivano a vendere fino a un milione di copie: Carla Bruni, Vinicius Cantuaria, Pink Martini, Devendra Banhart.

Ora l'etichetta punta su un'artista nigeriana, figlia di un autista dell'ambasciata, nata a Parigi, cresciuta a Lagos, e fa di nuovo centro: la voce di Asa, che ha la grazia e l'immediatezza delle folksinger alla Tracy Chapman, ma con una marcia in più grazie a un raffinato afro-reggae, ha conquistato sia i palati più raffinati che il pubblico di Mtv e la cantautrice è una delle esordienti del 2007 più richieste dai mercati internazionali (il cd è in streaming su repubblica.it).

"Ho ascoltato di tutto, le regine africane come Miriam Makeba e Angelique Kidjo, ma anche Sade, Marvin Gaye, Lauryn Hill, Erykah Badu", ci racconta Asa. "I miei genitori ricordano che già a due anni ballavo con le canzoni di Michael Jackson. Nella società in cui sono cresciuta, cantanti e ballerine sono considerate delle poco di buono. I miei dicevano, pensaci bene prima di fare un passo del genere. Poi, quando si resero conto che non avrei cambiato idea, si rassegnarono. Segui il tuo istinto, che sia almeno qualcosa di produttivo, dissero".

Nel 2006, quando già un paio di sue canzoni erano dei tormentoni nelle radio nigeriane, Asa è tornata a Parigi con un'agenda chiara e semplice: "Voglio che la mia Africa tocchi la gente. Voglio ridare speranza al mio popolo e parlare a loro nome. Voglio mostrare al mondo quel che di bello e positivo c'è nel continente nero. Ci sono molti artisti che parlano ai potenti della terra per cercare di risolvere i problemi che ci affliggono. Io invece voglio parlare ai giovani africani: dobbiamo cominciare a riflettere, a cambiare atteggiamento e prendere in mano le redini del nostro destino. Dobbiamo curare da soli le nostre piaghe, perché solo noi sappiamo esattamente dove fa male".


(14 novembre 2007)


da: www.repubblica.it/2007/11/sezioni/spettacoli_e_cultura/asa-canta-africa/asa-canta-africa/asa-canta-afr...

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