I momò contendono la finale di Coppa svizzera ai Ginevra Devils.
Donne: Uni Neuchâtel-Troistorrents.
Sei finali e cinque trionfi per Manuel Raga.
(foto webjuice.ch)
Dai SAV Vacallo, piazza l’acuto.
Pastore: ‘Dobbiamo dimenticare quanto fatto fino ad oggi, di bello e di brutto.
È una partita senza ritorno’.
di MEC
Finali di Coppa oggi a Friburgo che inizieranno il mattino alle 11.00 con la Finale del basket dell’Handi Basket fra i Pilatus Dragon e le abituali Aigles de Meyrin. Alle 14.15 la finale femminile con in campo le due finaliste dello scorso anno: da una parte la favorita Neuchâtel e dall’altra la sfidante, alla sua ottava finale di Coppa Svizzera, Troistorrents, con Lia Volpe unica ticinese in campo. Alle 17.15 la finale maschile dove i Ginevra Devils affrontano la SAV Vacallo.
Fra le due compagini vi è un precedente, nel lontano 2000, quando la SAV di Casalini asfaltò i ginevrini con un perentorio 85-53. Ma il Ginevra è stato anche una squadra capace di grandi sorprese, come nel 2004 quando vinse contro il favoritissimo Monthey, guidato allora dall’attuale coach della nazionale Roduit.
Recordman di presenze oggi è Manuel Raga, alla sua sesta finale di Coppa, con all’attivo 5 vittorie, tre ottenute con il Vacallo e due con il Lugano.
Per quanto riguarda questa stagione, il Vacallo ha all’attivo due successi sui ginevrini (78-62 in casa e 64-66 a Ginevra).
Dal punto di vista statistico, il Vacallo ha viaggiato nella regular season, nel rapporto punti fatti - punti subiti, a una media di 77-65, contro un 72-83 dei rivali odierni: in altre parole +12 e -11, il che fa una differenza di +23 per la SAV.
Detto della storia recente e delle cifre, tutte faccende che servono a incuriosire o a stabilire degli spunti di “aria fritta” piuttosto che dare delle sentenze, veniamo alla gara di oggi che, come dicono tutti quanti, parte dall’assoluta parità con la palla a due. Non contano nulla le affermazioni sulla favorita di turno perché la Coppa, in tutte le discipline, non ha delle favorite d’obbligo. È vero che di fronte a certe situazioni del passato, era difficile che una tal squadra non vincesse e, infatti, le sorprese sono sempre state poche. L’ultima, a memoria nostra, quella citata prima dei ginevrini vincitori su uno strafavorito Monthey nel 2004.
Il Vacallo, piaccia o meno, con la sua classifica e con il gioco espresso durante questi mesi, è favorita su un Ginevra che è finito al nono posto in campionato. E non è che i ginevrini abbiano fatto sfracelli con l’arrivo di Arizona Reid e Antoine Gillespie. Infatti, alla fine dell’andata, Ginevra aveva 6 punti, con due vittorie “extra” contro l’Olympic in casa e a Monthey, oltre quella a Massagno. Quindi, nella sostanza, il Ginevra non è cambiato moltissimo, anche se le qualità individuali di Reid e Gillespie non si discutono. Ma un conto sono i due inseriti in un complesso forte, un altro è avere per compagni Sainte Rose, Kautzor o Packevicius, gente da due canestri a partita. Con Lee e Novotny, abbiamo praticamente l’insieme di Ginevra, oltre al play Jefferson che è bravo contro i deboli ma spesso in difficoltà contro i forti. In questa multinazionale i bassi sono stati sempre più alti degli alti ed è inutile nasconderlo.
Le cifre sono impietose ma, come dicevamo prima, in una partita secca può succedere di tutto.
Ed è proprio quello che il Vacallo deve temere e che, giustamente, Pastore ha rilevato nell’intervista di giovedì. «Dob- biamo essere bravi a dimenticare tutto quanto abbiamo fatto sino a oggi, di bello e di brutto: questa è una partita senza ritorno, è una gara che si deve vincere perché altrimenti non c’è storia. Noi dovremo essere bravi a fare tutto al massimo della concentrazione e con la determinazione che ci ha caratterizzati fino a oggi, Ma quanto fatto finora, in una finale non è garanzia di vittoria».
A parte l’aver costruito un meccanismo di gioco capace di annientare qualsiasi avversario, aggiungiamo noi. Perché il Vacallo ha dimostrato di essere una gran bella squadra di basket, capace di ruotare setteotto giocatori senza che l’intensità e il valore del gioco scada. Tutti quelli che scendono in campo sanno cosa fare, grazie a una preparazione meticolosa della gara. Pastore non lascia nulla al caso e ha pronto sempre più di una contromossa, così come è capace di sovvertire certi ruoli per sfruttare al massimo le debolezze dell’avversario o lo stato di grazia di uno dei suoi. Quindi, sul piano tecnico e in un confronto fra singoli, pur essendoci da parte momò una panchina più esperta e completa, entrambe le squadre sono ben dotate. Ma da parte ticinese vi è un’organizzazione di gioco molto meglio strutturata e capace di più soluzioni: soprattutto di una difesa molto efficace contro qualsiasi avversario.
Non siamo stati a indagare sugli accorgimenti tattici dei due coach, anche perché non li avrebbero svelati. Da parte ginevrina si può pensare che cercherà un gioco molto veloce e di contropiede, da parte vacallese un lavoro difensivo molto forte sulle linee di passaggio e sulle penetrazioni, costringendo il più possibile Ginevra a giocare contro una difesa schierata.
Staremo a vedere quanto queste previsioni saranno azzeccate: c’è anche da mettere in preventivo qualche fattore imponderabile che scombussoli tutto quanto e, magari, definisce altri parametri sul campo. Chissà?
E con tre califfi come Pizio, Bertrand e Musard a dirigere la gara si può stare tranquilli anche su questo piano.
La stagione di LNB volge ormai al termine. Le ragazze del Bellinzona sono impegnate a Neuchâtel contro le Speranze dell’UNI in una gara però dai notevoli significati per le giovanissime di Scott Twehues (la cui età media è 17 anni). In palio, infatti, vi sarà la terza poltrona. Un traguardo raggiungibile in caso di vittoria, in quanto le pinkies già si imposero nella gara d’andata. Indisponibili la Ippolito (motivi professionali) e la Farine (infortunata), entrambe protagoniste all’andata.
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