L’Olympic espugna il Palapenz.
Sconfitta casalinga per la SAV Vacallo di Pastore, che però rimane prima.
Qualche errore di troppo, la sfortuna e alcune decisioni arbitrali alla base del risultato.
di Mec
Era una partita che contava nulla per la classifica: e per fortuna, si può dire, dopo quanto visto sul terreno. Possiamo anche fare una cronaca dei momenti salienti, oppure dedicare lo spazio ad alcune situazioni che han visto protagonista il solito Bertrand e, di conseguenza, capire chi ne ha beneficiato di più. Ma andare a valutare il risultato solo su alcune incredibili (eufemismo) decisioni arbitrali, sarebbe sbagliato, perché la SAV ci ha messo del suo e la sfortuna, leggi infortunio a Smiljanic, il resto.
Sentiamo Pastore: «Non siamo stati molto attenti in alcuni frangenti, è vero, e abbiamo sbagliato all’inizio tre o quattro canestri facili. Poi, siamo risaliti bene e nel terzo quarto siamo stati quasi perfetti, prima di concedere troppo nell’ultimo quarto». Un’analisi molto lucida e anche da condividere: carenze in attacco? «L’infortunio a Smiljanic ci ha tolto un’importante opzione, soprattutto nel gioco periferico, anche per la latitanza al tiro di alcuni dei miei. Abbiamo difeso bene per lunghi tratti, ma alcune rotazioni sono ancora da perfezionare e soli quattro giocatori a punti è troppo poco contro un Olympic».
Bene, dato a Cesare eccetera, veniamo ad alcune decisioni strambe prese da Bertrand; ha chiamato un timeout per Vacallo quando Pastore aveva un crocchio di giocatori attorno a sé durante i tiri liberi: giusto. Peccato che non abbia adottato lo stesso metro quattro minuti dopo con l’Olympic. Dopo ogni timeout l’Olympic arrivava sul campo con una decina di secondi di ritardo: mai una sanzione. A 14 secondi dalla fine, sul 72 pari, rimessa per Vacallo: Lukovic, in palleggio, viene buttato da Vogt oltre la metà campo: mancano 1 secondo e 8 decimi. Timeout Friborgo: al fischio di rientro, dopo aver atteso una decina di secondi, Bertrand conta i cinque secondi e arriva fino a sette! Raga prende palla, come di diritto, ma Bertrand assegna di nuovo la palla all’avversario che rimette in gioco e Quidome trova tre punti impossibili.
Ora, se consideriamo certe scelte è chiaro che se i playoff sono indirizzati in questo modo c’è già da preoccuparsi. Eppure i tre avevano fischiato bene per 35 minuti, anche concedendo un po’ troppo ai blocchi in movimento e alle mani addosso di Sloan e compagni e con Wirz un po’ incerto. Certe decisioni, come il canestro annullato a Crnogorac sulla sirena di metà tempo dal commissario ha lasciato molti, quanto unidirezionali, dubbi.
La partita in sé è stata bella con l’Olympic a +7 nel primo quarto, 10 a 17, Vacallo a ribaltare nel secondo, 44 a 36 al 19’ e ad allungare fino a +11 al 22’. Poi l’Olympic, con un 7 a 0, è tornato in gioco, ma con due triple di Gibson è tornato a +10, 59 a 49 al 28’. Poi l’equilibrio nell’ultimo quarto, con la SAV troppo lenta e “complicata” in attacco e con Friborgo a ritrovare il vantaggio con una tripla di Quidome a 48” dalla fine, 70 a 72. Due liberi di Dacevic davano il pareggio. Vogt sbagliava da 3 a 14 secondi dalla sirena e Vacallo perdeva palla (si fa per dire) a poco meno di 2 secondi dalla fine. Infine la comica della rimessa in gioco e la tripla impossibile che mandava tutti alla doccia sull’ultima giornata.
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