[soc.int] lista nera preti pedofili

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Cryptone
00domenica 28 marzo 2010 14:13
BERNA - Doris Leuthard si dice favorevole a una lista nera dei preti pedofili: "Gli abusi sessuali ai danni di bambini e giovani sono scioccanti", afferma la presidente della Confederazione in dichiarazioni riportate dalla "SonntagsZeitung" e da "Le Matin Dimanche".
Preti e insegnanti che approfittano della loro posizione e della fiducia in loro riposta per abusare dei bambini commettono un atto "particolarmente scellerato": vanno di conseguenza allontanati dalle loro funzioni, in modo che non abbiano più contatti con i minorenni.

Non devono peraltro sussistere nel giudizio complessivo differenze tra laici e religiosi, perché "entrambe le categorie sottostanno al diritto penale svizzero, senza se e senza ma". L'opzione della lista nera centralizzata va quindi valutata e la Chiesa è chiamata ad assumersi le proprie responsabilità.

Della stessa opinione è anche la maggioranza della popolazione svizzera. Da un sondaggio, condotto dall'istituto Demoscope per conto dei domenicali "SonntagsBlick" e "Il Caffè", risulta infatti che l'80% degli interrogati è favorevole all'idea che la Chiesa cattolica stili un elenco di preti colpevoli di abusi sessuali. Solo il 14% si dice contrario, mentre il 6% non si esprime.

L'inchiesta indica che il 92% degli intervistati è contrario all'obbligatorietà del celibato, a fronte di un 5% che considera giusta questa regola osservata dai sacerdoti cattolici. Per nove svizzeri su dieci, inoltre, un prete che viene a conoscenza di abusi al di fuori della confessione, deve denunciarli alla giustizia. Il 57% ritiene persino che i sacerdoti, nell'intento di prevenire qualsiasi rischio, debbano essere sottoposti a un test psicologico.
Cryptone
00domenica 28 marzo 2010 21:27
WASHINGTON - Nel 2005 Joseph Ratzinger, citato in giudizio, quando era ancora Prefetto per la Congregazione della Dottrina della Fede, per intralcio alla giustizia nell'ambito di un processo, in Texas, su tre casi di abusi su minori commessi da un seminarista colombiano, si avvalse dell'immunità diplomatica in quanto nel frattempo era diventato papa ed evitò così di andare a deporre. L'episodio è ricordato nel libro "Il peccato nascosto", di autore anonimo, pubblicato in questi giorni.

L'avvocato Daniel Shea, che assisteva la parte lesa, denunciò l'allora prefetto per la Congregazione della Dottrina della Fede sulla base di due documenti che istruiscono il clero su come trattare i casi di abusi e violenze su minori. Il primo è il Crimen Sollicitationis, del 1962. Il secondo è la lettera De delictis gravioribus, redatta nel 2001 e indirizzata a tutte le gerarchie ecclesiastiche.

Il testo, firmato proprio da Ratzinger, modifica quello del 1962, e in un passaggio afferma che i casi di delitti più gravi, tra cui gli abusi sui minori, "sono soggetti al segreto pontificio" nella normativa canonica. La lettera, secondo l'accusa di Shea, costituiva un intralcio alla giustizia ordinaria. Denunciato nel gennaio 2005, Ratzinger nell'aprile dello stesso anno divenne papa. La Santa Sede chiese e ottenne così dal governo degli Stati Uniti l'immunità diplomatica per il pontefice, in quanto capo di Stato.
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