Campagna: L'Impero dei Mari

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Battista!
00giovedì 4 marzo 2004 13:14
Come superare L’Impero dei Mari.
Parte 1: considerazioni sul metodo.



INTRODUZIONE. Non ci sono riuscito neanche stavolta. Nonostante questo fosse già il secondo tentativo, nonostante avessi studiato ed applicato contromisure per non cadere negli stessi errori commessi nel primo tentativo, la missione L’Impero dei Mari continua ad essere una sfida inviolata per l’Intrepido Mercante Battista.

Questa volta ho gettato la spugna domenica pomeriggio, 29 aprile 1363. Rostock era baciata da una splendida giornata di primavera, il grecale soffiava allegro spingendo le navi dentro e fuori dalla baia. Le vele gonfie di sole riflettevano fin sulle case del porto raggi di luce che, ribalzando sulle finestre dei piani nobili dei palazzi della Corporazione, arrivavano a illuminare il mio studio dove, da solo, leggevo gli ultimi rapporti commerciali dalla mia flotta. Le campane della cattedrale suonavano a festa, ma avevo poco di che essere allegro. Le cifre parlavano chiaro: a poco più di due mesi dalla fine della missione, era già evidente che non sarei mai riuscito a portare la popolazione della Lega Anseatica a 90mila abitanti. Ho chiuso il libro mastro e sono uscito in piazza. Mia moglie era raggiante quasi come quel pomeriggio di primavera e guardandola sorridermi ho pensato - la prossima volta sarà quella buona.

Come ben sanno gli altri mercanti che, prima di me, si sono cimentati nell’Impero dei Mari, questa missione prende l’avvio a fine Aprile 1362, al culmine di un lungo periodo di recessione che ha impoverito e spopolato tutte le città della Lega Anseatica. La popolazione si è ridotta a meno di 47mila abitanti, i magazzini di molte città sono vuoti dei generi di prima necessità, i pirati spadroneggiano con i loro convogli terrorizzando le poche navi mercantili ancora in circolazione. Nei saloni dei palazzi patrizi, si parla addirittura di un complotto ordito da una potenza straniera per indebolire la ricchezza ed il potere delle libere città anseatiche. Il Consiglio della Lega è alla disperata ricerca di un mercante capace di riportare sicurezza e prosperità sulle coste del Baltico e del Mare del Nord ed è disposto a finanziare chi vorrà accettare la sfida.

La prova è in effetti difficile: non tanto per l’obiettivo in sé, perché ricordo di aver concluso la campagna de La Nave Fantasma con una popolazione complessiva di oltre 150mila abitanti. Le sole città di Lubecca, Danzica e Londra contavano, nel complesso, quasi 30mila abitanti.
Il fatto è che in quella missione ho avuto a disposizione 15 anni di tempo. Qui devo riuscire a fare tutto in quindici mesi. Ovvero, quattrocentocinquanta giorni. In media, è come se dovessi aumentare la popolazione della Lega di cento abitanti al giorno. Ma la clessidra gira così velocemente, e ci sono così tante cose da fare…

Col senno di poi, ed alla luce dell’esperienza acquisita in due campagne fallimentari, ho elaborato una nuova strategia per affrontare per la terza volta, e finalmente risolvere, la missione de L’Impero dei Mari.

Mentre scrivevo, mi sono accorto che le considerazioni sui meccanismi di gioco della missione L’Impero dei Mari che andavo via via mettendo in chiaro sono sostanzialmente applicabili, più in generale, a tutto il mondo economico di Patrician III. La differenza principale è data dall’estrema brevità della missione. La scarsità di tempo ti costringe a stressare i neuroni per fare tutto, contemporaneamente e nel modo più efficiente.
Ma è stato proprio lo stress, necessario alla ricerca di una soluzione a tanti problemi in così poco tempo, ciò che mi ha indotto ad un esame analitico di tutti i fattori in gioco. Dopo aver messo in luce le reciproche relazioni tra i fattori di gioco, mi è stato possibile individuare cosa rende così difficile questa missione: questo mi ha permesso di evidenziare gli errori da non commettere e di ipotizzare alcune contromisure da applicare.

L’obiettivo finale, mi dico, è aumentare la popolazione. Ma i cittadini non spuntano dal nulla, come i funghi dopo la pioggia. Arrivano in città solo se il livello di soddisfazione dei residenti è alta. E, sappiamo, i cittadini sono contenti quando possono acquistare merci dai magazzini. Quindi la prima cosa da fare per porre le basi di un aumento della popolazione è, al solito, navigare. Facendo la prima cosa che ciascun mercante ha imparato fin dal primo giorno: trasportare merci dal porto di una città che produce un surplus di un bene e lo vende a basso costo, al porto di una città dove quel bene è merce rara e, come tale, pagata profumatamente.



LA FASE DI SVILUPPO NAVALE. Trasportare merci significa due cose. La prima: devi avere navi per trasportarle, le merci.
Ne L’Impero dei Mari si ha troppo poco tempo a disposizione, e troppo poco denaro per avviare la costruzione di nuove navi. Quindi l’unica soluzione praticabile per aumentare la capacità di carico consiste nell’attaccare e catturare convogli pirata. Del resto, la teoria della Formula della Ricchezza ha ampiamente dimostrato che il sequestro delle navi pirata è sempre il modo più efficiente per accrescere in tempi rapidi la capacità di carico, fattore essenziale nel processo di accumulo della ricchezza. Riparare navi, anche se è molto più veloce che costruirle, richiede comunque denaro. E denaro serve per acquistare i cannoni ed i pugnali necessari a garantire abbordaggi coronati da successo. In pratica, aumentare la propria flotta velocemente è possibile, a patto di poter spendere molto denaro in poco tempo.
L’incremento della capacità di carico, o sviluppo navale, costituisce quindi un processo essenziale per la riuscita della missione. Il diagramma qui sotto cerca di riassumere graficamente quella che potremmo definire la “fase di sviluppo navale”.

Figura 3. La fase di sviluppo navale.






LA FASE DI SVILUPPO COMMERCIALE. Il secondo elemento sotteso al trasporto di merci è rappresentato da una ovvia considerazione: devi prima averle comprate, le merci.
Ogni mercante ha esigenza di acquistare (e rivendere) le quantità maggiori di merce al miglior prezzo e la miglior soluzione praticabile è affidare questo noioso compito agli amministratori. Il commercio automatico funziona egregiamente, come ho già scritto altrove. Il fatto è che commerciare in automatico richiede la costruzione di centri commerciali, da costruire appena possibile nel maggior numero possibile di città.
La vendita delle merci nelle città, sempre al miglior prezzo e sempre attraverso gli amministratori dei centri commerciali, produce un duplice effetto positivo. Il primo: trasformi merci in denaro, aumentando la tua liquidità. Il secondo: aumenti il livello di felicità della popolazione. Questo produce l’arrivo di nuovi immigrati che, in presenza di abitazioni libere e di posti di lavoro vacanti, si trasformeranno in cittadini, aumentando la popolazione. Ma per arrivare a questo risultato, che costituisce l’obiettivo ultimo di tutte le tue fatiche, devi aver speso monete per acquistare merci, per costruire uffici commerciali, per pagare le tasse sull’occupazione di suolo pubblico e gli stipendi dei gerenti. In parole povere, devi avere anche in questo caso del denaro, tanto, a disposizione.
Questa esigenza è messa in luce anche dalla rappresentazione grafica di questo secondo elemento, necessario alla soluzione della missione, che potremmo definire “fase di sviluppo commerciale”.


Figura 2. La fase di sviluppo commerciale.






LA FASE DI SVILUPPO URBANO. Arriva un momento, nel corso della missione L’Impero dei Mari (ma lo stesso vale anche per qualunque partita libera), in cui le strutture abitative e produttive presenti dall’inizio del gioco sono sature. In assenza di case e posti di lavoro, gli emigranti attirati in città dal livello di felicità dei residenti rimangono dei clochard disoccupati. E l’aumento di popolazione entra in stallo. Per poter riprendere la corsa verso i 90mila abitanti, è necessario dare l’avvio alla costruzione di nuove case e nuove aziende.
I fallimenti nei due precedenti tentativi mi hanno rivelato che le città del Baltico (le uniche dove, per sfruttare la velocità dei collegamenti marittimi, ho costruito uffici commerciali) sono in grado, con le strutture urbane disponibili all’inizio della missione, di raggiungere un massimo di 5400/5800 abitanti. Ho imparato che arrivare alla piena occupazione ed alla saturazione delle abitazioni esistenti nelle città del Baltico non è sufficiente. Si arriva ad avere un tetto massimo di 78/80mila abitanti. Del resto, non è possibile immaginare di commerciare su entrambi i mari: la capacità di carico e la liquidità disponibile sono assolutamente inadeguate.
Quindi, l’unica strada per arrivare a quota 90.000 passa per l’apertura di cantieri edili. Costruisci più case e più fabbriche e porta il potenziale abitativo a 9mila residenti in quattro città, quelle che riesci a fornire meglio e più costantemente di generi alimentari e merci. In questo modo gli immigranti andranno a riempire in tempi molto rapidi case ed aziende, e le popolazione salirà.
La figura successiva schematizza questo terzo elemento di sviluppo, che potremmo definire “fase di sviluppo urbano”.


Figura 3. La fase di sviluppo urbano.






CONSIDERAZIONI SUI TEMPI DI GIOCO. La fase di sviluppo urbano deve essere realizzata con attenzione. Innanzitutto, il suo avvio non coincide con l’avvio della missione. I primi sforzi vanno convogliati nella costruzione dei centri commerciali, nell’acquisto di grosse quantità di beni a basso costo e nell’aumento della flotta. Solo quando una città supera il tetto dei 5mila abitanti deve partire la campagna di costruzione. Inoltre, per evitare di mettere in piedi attività produttive poco convenienti, è meglio installare in una città solo il tipo di produzione ottimale per quella città. Dieci allevamenti di api a Rostock, per esempio, danno lavoro a 300 persone e danno sostentamento ad oltre 600 residenti, oltre a produrre miele a basso costo. Infine, per evitare rischi di assedio, occorre costruire solo all’interno della prima cinta muraria.

Come detto sopra, il carattere fondamentale della missione è dato dal tempo. Dal poco, pochissimo tempo a disposizione. Ne L’Impero dei Mari il tempo gioca a nostro sfavore, ci corre letteralmente contro ad una velocità sorprendente. Mi è capitato, in entrambe le campagne poi fallite, di arrivare ad un certo punto della missione e sentirmi soddisfatto dei risultati realizzati fino a quel momento, salvo poi accorgermi che era già passato troppo tempo e che, sulla base di una ipotetica tabella di marcia, ero tremendamente in ritardo.
La carenza di tempo si traduce in due esigenze basilari: l’ottimizzazione dei tempi e la simultaneità di intervento.

Ottimizzare i tempi significa, per esempio, evitare viaggi delle navi a stiva vuota, acquistare esattamente al prezzo minimo e vendere al massimo, garantire che in ogni momento ci siano in tutte le città abbastanza fabbriche per assorbire il flusso di immigranti ed abbastanza case per ospitarli e renderli cittadini, compiere lunghe traversate solo se strettamente necessario ed impiegando il minor numero possibile di navi. Simultaneità di intervento significa fare tutte queste cose contemporaneamente. Ma acquistare grossi quantitativi di merci e, allo stesso tempo, costruire, pagare tasse e stipendi, riparare navi, acquistare cannoni e pugnali significa impiegare enormi quantità di denaro in tempi molto brevi. Anche per questa ragione, il fattore liquidità ossessiona il mercante impegnato ne L’Impero dei Mari per tutta la durata della missione.



L'ALGORITMO DI SVILUPPO ECONOMICO. La costante penuria di liquidità è infatti il fattore critico della missione L’Impero dei Mari. Il ruolo centrale della disponibilità monetaria nel corso dei 450 giorni di missione è evidenziato in maniera molto chiara dal diagramma seguente, che mette in relazione i tre processi sopra descritti, ovvero fase di sviluppo navale, di sviluppo commerciale e di sviluppo urbano. L’armoniosa integrazione di queste tre fasi è alla base allo sviluppo economico complessivo della Lega Anseatica, tanto nella missione L’Impero dei Mari che in qualunque altra modalità di gioco di Patrician III.


Figura 4. L’algoritmo di crescita economica in Patrician III.




La rappresentazione grafica del modello di crescita economica in Patrician III non fa altro che mettere in relazione le tre fasi che la compongono (fase di sviluppo commerciale, al centro del diagramma; fase di sviluppo navale, a destra nel diagramma; fase di sviluppo urbano, a sinistra nel diagramma) evidenziando la corretta tempistica di esecuzione di ciascuna fase. Infatti, sulla base del principio di simultaneità, tutte e tre le fasi corrono in parallelo, ma la fase di sviluppo urbano inizia in un momento successivo (parte bassa del diagramma) alle altre due, poiché la sua realizzazione si rende necessaria solo nel momento in cui le strutture già presenti all’inizio del gioco (unità abitative e unità produttive) diventano insufficienti a rispondere alle richieste della popolazione aumentata.

Inoltre, l’ultimo diagramma mette in luce anche le relazioni tra liquidità, tasse e vendita delle merci.
Come già detto sopra, il modello economico che sono arrivato a chiarire affrontando la missione L’Impero dei Mari è lo stesso che governa il mondo commerciale in Patrician III. Ne è prova il fatto che, testando questo modello di sviluppo su una partita in modalità giocatore singolo, ho raggiunto risultati lusinghieri nel giro di soli 12 mesi: 30 navi, 12 uffici commerciali, 20 edifici, valore commerciale di 1,6 milioni di monete d’oro. Inoltre, il modello è politically correct e non preclude, anzi sostiene ed accelera la carriera politica. Partendo dal rango di Inesperto Mercante, dopo 360 giorni mi bellavo del titolo di Esperto Patrizio ed ero secondo nella corsa alla poltrona di Sindaco della città di residenza.



LIQUIDITA' Vs. VALORE COMMERCIALE. L’unico aspetto negativo finora rilevato è dato dalla condanna a vivere sempre con pochissima liquidità. Ma questo è un risultato della politica di gestione adottata, caratterizzata dal costante reinvestimento della liquidità di volta in volta disponibile per sostenere l’accumulo di merci a basso costo (in automatico attraverso i gerenti degli uffici commerciali) e lo sviluppo delle strutture navali e terrestri. Ma è grazie a questa politica di reinvestimento spinto che il valore commerciale dell’azienda ha tassi di sviluppo così marcati fin dall’inizio del gioco. Faccio un esempio: se guadagno (o mi vengono donate) 100mila monete, il mio valore commerciale aumenta di quelle 100mila monete di liquidità. Ma se con quelle monete acquisto 2.221 barili di birra a 45 monete il barile, ho finito di avere liquidità ma il mio valore commerciale è aumentato non di 100 mila ma di 155.555 monete, perché i miei barili di birra sono valutati al massimo presso di vendita, ovvero 70 monete al barile. E se ho acquistato, come in questo caso, merce che posso effettivamente vendere, e molto in fretta grazie alla rete di uffici commerciali che ho costruito in giro per il Baltico, a 70 il barile, in poco tempo ho aumentato quella liquidità del 55,5%. Ma non farò in tempo a vederle tutte insieme, quelle 155mila monete, perché ne frattempo le avrò già reinvestite tutte in pelli, pesce, lana o chissà cos’altro. Ecco perché, nel grafico della ricchezza, la liquidità rimane (come deve) a livelli irrisori mentre il valore commerciale galoppa verso l’alto.



CONCLUSIONI. Infine, per concludere questa mia lunga nota metodologica vorrei far presente, a tutti i Patrizi che hanno avuto la bontà di leggere fino a questo punto, che mi rendo perfettamente conto di aver pensato e scritto cose già pensate (e magari anche già scritte) da altri. Che le mie riflessioni mi hanno condotto a raggiungere alcune certezze già possedute, magari in forma inespressa, da altri giocatori. Che qualche giocatore esperto potrà ben commentare i risultati della mia analisi sbottando: bella forza, questo lo sapevo già!

Infatti, sono il primo ad ammettere di non avere scoperto nulla di nuovo. Quello che ho voluto fare, in questa nota, non è stato tanto mettere in luce il modo in cui funzionano i processi di sviluppo economico. Quanto spiegare, prima di tutti a me stesso, le ragioni perché i processi di sviluppo economico funzionano proprio in quel modo. Cercando, al contempo, di dare una visione globale e coerente dei principali processi che determinano il successo, e l’insuccesso, di ciascuno tra noi Patrizi nell’affrontare questo complicato, splendido gioco. Ma, se ci sono riuscito, spetta solo a voi dirlo.

[Modificato da Battista! 04/03/2004 13.43]

F66
00giovedì 4 marzo 2004 16:50
[SM=x329169] MITICO[SM=x329169]
Xelaehtgre
00venerdì 5 marzo 2004 06:52
Eh già ...
... ogni volta che leggo questi suoi post rimango sempre affascinato da come Battista riesce a spiegare bene i concetti: è un vero divulgatore scientifico della materia! [SM=g27824]

E poi l'importante non è tutte le volte scoprire qualcosa di nuovo, ma anche capire e comprendere meglio il perchè di ciò che già si conosce! [SM=g27827]

Io, istintivamente, ho sempre tenuto la liquidità al minimo e solo adesso ho capito anche perchè... [SM=g27835]
hesse
00venerdì 5 marzo 2004 17:45
non sono completamente d'accordo, solo per un po. Stanotte se riesco scrivo perchè e vi faccio sapere.

Klausman
00sabato 6 marzo 2004 23:45
a 8 mesi di distanza dal diventar Sindaco di Brema
[SM=g27811] Battista 6 un mito.....
Anche se hai un sacco di tempo da perdere, e' una cosa divertente ed interessante.
Complimenti....
keope
hesse
00lunedì 8 marzo 2004 14:01
un po in ritardo rispondo

Battista ha con perizia e cognizione rappresentato il ciclo economico che sta alla base del motore di Patrician grazie alle sue ormai indubbie capacità di scrittura e di sintesi.
Questo motore riproduce, con qualche semplificazione, quello che normalmente avviene in un ciclo economico anche nella realtà. Un differenza sicuramente sostanziale sta nel fatto che la liquidità generata non viene remunerata, se non attraverso la concessione di prestiti.
Su una cosa non sono completamente d’accordo con Battista e Xela.
Tenere bassa la liquidità non è un obiettivo ma deve essere solo una conseguenza del fatto che abbiamo cercato di imprimere allo sviluppo un ritmo molto veloce.
Condizione probabilmente indispensabile se il vincolo è il tempo. In assenza del vincolo temporale si riesce infatti ad avere un ritmo di sviluppo interessante con un enorme accumulo di liquidità. In un gioco libero ad esempio sono arrivato a 8/9000 abitanti in alcune città, ho costruito ospedali università strade pozzi ecc… un po’ ovunque, ho fondato 2 città e tre rotte commerciali terrestri, non ho mai prelevato dalle casse delle città, non ho mai fatto il pirata, ho ampliato pressoché tutte le cattedrali dell’impero dei mari, donazioni di qua e di là e nonostante tutto ciò ho più di 40.000.000 di liquidità generati tutti con il solo ciclo produzione e acquisto- trasporto- vendita (attraverso gli uffici commerciali con amministratore).
Per essere all’ottimo bisognerebbe riuscire a pianificare il tutto in modo da non avere un solo barile in più di quello necessario, riuscire cioè a produrre o acquistare in un dato tempo solo quello che nello stesso tempo si riesce a vendere (impossibile). Se questo si riesce a realizzare ecco che la nostra liquidità aumenta inesorabilmente, rendendosi quindi disponibile per fare investimenti in navi, case, fabbriche e officine. In Patrician come nella vita la liquidità rappresenta la nostra capacità di produrre reddito, In Patrician ancora di più perché si incassa e si paga sull’unghia.
La bassa liquidità quindi non va intesa come indicatore di efficienza ma deve essere una condizione temporanea legata a dei fattori di sviluppo. Un impresa efficiente prima o poi deve produrre reddito (liquidità).
I tempi di sviluppo della società, sono sicuramente inferiori rispetto alla nostra capacità di produzione/acquisto e rifornimento, quindi è discutibile il fatto di trasformare in merci la nostra liquidità, anche perché è sempre possibile farlo in tempi sufficientemente rapidi (comunque più rapidi degli eventi che generano aumenti di consumi). Una valorizzazione corretta dell'azienda inoltre dobrebbe valutare le merci invendute al loro valore di acquisto e non sicuramente ad un presunto valore di vendita.
Gli investimenti per essere interessanti devono contribuire ad aumentare il reddito altrimenti era meglio non farli. Non serve accumulare merci se non si riesce a venderle con l’eccezione del giusto polmone necessario a far fronte all’inverno o eventuali assedi/carestie. La disponibilità liquida inoltre ci mette al riparo da quasi tutte le situazioni di emergenza.
Non mi sono ancora cimentato in missioni come la nave fantasma e altre, per cui non parlo con cognizione di causa, ma ritengo che, affrontare “l’impero dei mari” con una dotazione di 40.000.000 di monete potrebbe essere molto più semplice.

In sintesi, secondo me l'obiettivo deve essere quello di arrivare ad avere la massima liquidità possibile, fatto salvo che, nelle fasi di svluppo ciò puo essere più lento in quanto molto deve essere investito per raggiungere una condizione di efficienza e stabilità.

[Modificato da hesse 08/03/2004 14.03]

Battista!
00lunedì 8 marzo 2004 15:47
Come superare la missione L’Impero dei Mari.
Parte 2: esperienze pratiche di gioco.



Figura 1. Il risultato del terzo tentativo di Battista di espugnare L’Impero dei Mari.




Anche il terzo tentativo di espugnare L’Impero dei Mari non è stato coronato da successo. Questa l’amara, sintetica riflessione al termine di due notti di duro impegno al timone del mio portatile. La notifica lì sopra non è esattamente quella che avrei voluto vedermi recapitare, il giorno 1 luglio 1363.
Tuttavia, l’esperienza non è stata del tutto infruttuosa. Anzi.
Salvando ogni mese la partita in corso, ho potuto fotografare l’evoluzione della mia missione step by step e raccogliere un sacco di dati sui quali riflettere.
Si sa che dati attendibili esposti in forma chiara regalano sempre un sacco di informazioni utili e, a volte, inaspettate sorprese. Questa volta, l’analisi dei dati raccolti mi ha consentito di rispondere ad alcune domande chiave: eccole.

a) Il modello di sviluppo economico che ho messo in pratica era realmente efficiente?
b) Applicandolo costantemente, quanto tempo avrei impiegato per arrivare a 10 milioni di monete d’oro?
c) E per arrivare a 100 milioni di monete d’oro?
d) La strategia applicata era quella giusta per raggiungere l’obiettivo della missione? Se si, qual è stato il momento in cui qualcosa ha iniziato ad andare storto?
e) E perché?

Domande gustose, vero? Mai quanto le risposte, almeno dal mio punto di vista…

a) Si.
b) Un periodo compreso tra 7 anni e 8 anni e 6 mesi.
c) Non è (ancora) possibile calcolarlo.
d) Si. A gennaio 1363, dopo nove mesi di gioco.
e) A causa dell’inverno e dei mattoni.

La nota di oggi sul Diario di Bordo consiste nell’analisi del mio terzo tentativo di espugnare la missione L’Impero dei Mari, attraverso la lettura dei dati raccolti nel corso della partita. L’obiettivo originario di questa analisi era, ovviamente, comprendere gli errori da non commettere in futuro per arrivare a completare la missione. In realtà, l’analisi della partita ha prodotto anche altre indicazioni, utili non solo per avvicinarsi alla soluzione de L’Impero dei Mari, ma anche per confermare in certi aspetti l’impianto teorico che ho ipotizzato, nel corso delle mie ultime note, in relazione al mondo economico di Patrician III.

Il racconto procede seguendo l’ordine delle domande sopra elencate, argomentandone le risposte. Poiché una buona immagine rende più di mille parole, allo scopo di alleggerire il testo e rendere più comprensibile l’analisi dei dati ho inserito, anche in questa nota, qualche grafico. Colgo l’occasione per ringraziare una volta di più la fantastica capacità che ha Xela, fondatore ed amministratore capo de La Lega Anseatica, nel trovare sempre nuove soluzioni ai problemi connessi al vertiginoso sviluppo di questo bellissimo forum.

Ed ora, cari Colleghi, vado ad iniziare la mia relazione.




a) Il modello di sviluppo economico messo in pratica era efficiente? Si. Nel corso di questa terzo tentativo, ho applicato fin dal primo giorno la strategia economica che avevo elaborato in “Come risolvere la missione L’Impero dei Mari. Parte 1: considerazioni sul metodo”. Come ormai molti sanno, questa strategia si basa sul reinvestimento totale e costante della liquidità disponibile per l’incremento delle strutture (navali, commerciali ed urbane) necessarie allo sviluppo dei tre fattori (capacità di carico, volume di merci negoziate e potenziale produttivo della Lega Anseatica) fondamentali per alimentare il processo di crescita economica.
La crescita del valore commerciale dell’impresa rappresenta l’unità di misura dello sviluppo economico dell’impresa commerciale; l’incremento demografico è il parametro che rispecchia lo sviluppo economico complessivo della Lega Anseatica. L’aumento della popolazione è, infatti, il risultato ultimo della somma di tutti i processi di sviluppo (navale, commerciale ed urbano) realizzati da tutte le aziende commerciali della Lega Anseatica in un dato periodo di tempo.


Figura 2. Incremento del valore commerciale.




Tra parentesi, proprio in ragione di quanto detto sopra, la missione L’Impero dei Mari è particolarmente difficile a causa del fatto che, all’inizio della missione, non ci sono molti altri mercanti oltre a noi. In pratica, questo significa che la responsabilità di aumentare la popolazione della Lega Anseatica (ovvero di aumentare il benessere complessivo della Lega) ricade interamente sulle nostre spalle. E, come sappiamo, abbiamo a disposizione un tempo ridicolo per farlo: 458 giorni.

In ogni caso, il modello di sviluppo economico basato sul reinvestimento ossessivo della liquidità monetaria ha dato buoni risultati. Il diagramma mostra la progressione del valore commerciale dell’azienda che, al termine dei 15 mesi di missione, ha superato i due milioni di monete d’oro.
Ne L’Impero dei Mari, il mercante parte con una liquidità di 153mila euro e, nel corso del primo mese di gioco, riceve a breve distanza di tempo due donazioni consistenti, di 200mila e 168mila monete d’oro. E’ questa la ragione per cui, già nei primissimi giorni di aprile, il valore commerciale misuri più di 400mila monete. Tuttavia, nel corso delle prime quattro settimane il mercante è costretto a sborsare quasi 70mila monete tra tasse sugli immobili e costi di personale, a causa di una decina di edifici che ereditiamo nostro malgrado, tra i quali quattro aziende che producono un passivo disastroso. Inoltre, sempre nel primo mese ho dovuto sborsare altri 30mila denari per riparazione navi (la prima cosa che ho fatto in assoluto è stato caricare il Viaggiatore a Rostock, incontrare un galeone di Beneke sulla rotta di Malmo e catturarlo dopo acerrima battaglia) e versare all’armaiolo di Lubecca ulteriori 20mila pezzi per acquistare pugnali, cannoni e mortai. Perché, si sa, le navi pirata non si catturano con la sola forza di volontà.

Sulla base di queste spese, le 520mila monete di liquidità ricevute ad Aprile dovrebbero scendere, entro la fine del mese, a circa 400mila. In realtà, come è evidenziato dal dato di inizio Maggio 1362, il valore commerciale non è affatto diminuito, anzi supera abbondantemente le 600mila monete. Questo perché, grazie agli acquisti automatici effettuati dai gerenti e grazie ad alcuni accorti acquisti fatti in manuale, ho trasformato quelle 400mila monete in merci, aumentandone il valore del 50% circa. Ecco spiegato il miracolo di 600mila monete di valore commerciale agli inizi di Maggio. Ovviamente, una volta esaurita questa manna di liquidità iniziale, il progresso del valore commerciale si basa solo sui profitti generati dalla compravendita. Si apre infatti una fase di gioco dove la liquidità diventa la benzina di un motore molo esigente, il modello economico applicato, che gira tanto più velocemente quanto maggiore è la benzina a disposizione. Le accelerate brucianti sono infatti evidenti ad Aprile 1362 per i motivi già espressi, e a cavallo tra la metà di Novembre e Dicembre 1362. In quel periodo, infatti, grazie alla vendita di uno stock di ferro al Principe (sul punto, vedi “Il Principe paga sull’unghia”) ed in seguito ad una donazione di 60mila monete da parte della città di Stoccolma, mi sono trovato con oltre 120mila monete di liquidità tutte insieme. Manco a dirlo, i miei valenti amministratori ne hanno fatto buon uso, riuscendo a raddoppiarne il valore in meno di due settimane.
Al di là di questi colpi di acceleratore, il modello economico ha proceduto per auto-alimentazione, tracciando una linea di crescita regolare (l’aumento di ricchezza mensile è più o meno lo stesso) e costante (l’applicazione del modello può solo generare aumento, ed esclude la diminuzione, della ricchezza).
Per rispondere ad esigenze di liquidità dovute ad esigenze contingenti ed immediate, come la costruzione di edifici, la riparazione di più navi contemporaneamente o l’acquisyto di grosse partite di merci a prezzi particolarmente convenienti, ho fatto ricorso a prestiti nella misura massima consentita ed ho ceduto all’usuraio quote della mia azienda, con molta più cautela e solo ad offerte superiori a 10mila monete per azione.

I mesi di febbraio e marzo 1363 registrano un rallentamento nell’accumulo di ricchezza. Questo perché in quei mesi ho concentrato una massiccia campagna di sviluppo urbano: case, strade, pozzi, chiese, università, ospedali e fabbriche. Tutte cose necessarie ma molto costose.

Figura 3. Il modello economico produce ricchezza!






b) Applicando costantemente il modello di sviluppo economico, quanto tempo si impiega per arrivare a 10 milioni di monete d’oro? L’analisi dei dati relativi all’incremento del valore commerciale dell’azienda nei primi 15 mesi della missione L’Impero dei Mari, ha rivelato che il tasso di crescita del valore commerciale è esprimibile, almeno nel medio periodo, da una retta cartesiana [y = (n)x], dove y indica il valore commerciale, x il tempo espresso in anni ed (n) rappresenta il fattore di crescita costante.


Figura 3. Proiezione del valore commerciale dell’impresa a 10 anni.




I dati raccolti in soli 458 giorni non sono sufficienti a definire con precisione il valore del fattore di crescita costante (n) e quindi il valore della retta cartesiana.
Una proiezione a dieci anni del valore commerciale deve dunque tener conto di un margine di incertezza, ipotizzando un valore di crescita un po’ più (o un po’ meno) performante.
Sulla base di questa premessa, la progressione della ricchezza è espressa, nel grafico in figura 2., dall’area compresa da due linee di sviluppo.
Una, quella che definisce il lato superiore dell’area, espressa da un ottimistico [y = (3x)/2]. L’altra, che delimita il lato inferiore dell’area di sviluppo possibile, espressa da un più prudente [y = (6x)/5].
Sulla base di queste due verosimili proiezioni, si giunge alla conclusione che, applicando costantemente il modello di sviluppo economico, si arriva ad un valore commerciale di 10 milioni di monete d’oro in periodo compreso tra 7 anni e 8 anni e sei mesi.




c) E per arrivare a 100 milioni di monete d’oro? I dati raccolti in un periodo di tempo così limitato non consentono di definire con sufficiente approssimazione il tempo necessario ad accumulare 100 milioni di valore commerciale. Credo che siano necessari almeno 10 anni di partita per arrivare ad avere una base di dati sufficiente ad individuare la curva di sviluppo della ricchezza generata dall’applicazione del modello economico nel lungo periodo.
Ai patrizi che mi stanno leggendo e che odiano la matematica consiglio vivamente di accontentarsi di questa risposta, evitando di leggerne la spiegazione. Potrebbero avere sussulti di rabbia e/o disgusto dimenticati dai tempi delle scuole medie.


Figura 4. I tre tipi di progressione del valore commerciale possibile nel lungo periodo (>20 anni).




Chiunque abbia completato la scuola dell’obbligo ricorda che le linee espresse da formule algebriche in un piano cartesiano possono assumere diverse forme. La più semplice è la retta cartesiana, espressione della formula-tipo [y = (n)x]. La caratteristica principale della retta cartesiana è che il fattore di incremento (n) non varia al variare di x ed y. Usando un facile paragone, la formula [y = (n)x] individua una macchina lanciata in corsa col pedale dell’acceleratore bloccato, che quindi procede con moto uniforme, sempre alla stessa velocità.
Ma le macchine non vanno tutte alla stessa velocità. Ci sono macchine che accelerano costantemente, aumentando la velocità in modo, appunto, uniformemente accelerato e che per questo motivo percorrono, nella stessa frazione di tempo, tragitti sempre maggiori. Questo tipo di macchine acceleranti, se portate in un piano cartesiano, sono espresse dalla formula [y = x(x ± n)] e descrivono strane linee curve che tendono ad impennarsi, dette iperboli.
Ci sono, infine, macchine guidate da piloti che, da quando ha inizio la corsa, diminuiscono poco a poco la pressione del piede sull’acceleratore. Sono l’esatto opposto delle macchine acceleranti: quelle, più la corsa procedeva, più premevano sull’acceleratore. Queste invece tendono a ridurre l’accelerazione, riducendo sempre più il numero dei giri del motore ma senza mai arrivare allo 0. La strana corsa di queste macchine, riportata sul solito piano cartesiano, assume l’aspetto di una curva uguale alla fase ascendente di una parabola, espressa dalla formula algebrica [y = (x-n)/x].

Il modello economico, detto del massimo reinvestimento, che tipo di sviluppo produce nel lungo periodo? Una retta, una iperbole o una parabola? E qual è il valore della formula algebrica relativa, che mi permette di fare proiezioni nel futuro?
E’ impossibile ricostruire con certezza, sulla base di pochi dati raccolti nel corso di una limitata sequenza temporale, quale sia il tipo di linea cartesiana che esprime il processo che ha generato quei dati. A maggior ragione, è ancora più improbabile, con quei pochi dati, dedurre il valore della formula algebrica che, esprimendo la linea cartesiana, permette di effettuare una proiezione nel tempo di quel processo.

Per questa ragione, non è possibile stabilire con i pochi dati che ho raccolto nel corso di questa missione quanto tempo sia necessario per mettere insieme 100 milioni di monete d’oro. Credo che una risposta a questo, a mio parere interessante, quesito possa venire solo in presenza di dati raccolti nell’arco di 10 anni di test del modello.




d) La strategia applicata era quella giusta per raggiungere l’obiettivo della missione? Se si, qual è stato il momento in cui qualcosa ha iniziato ad andare storto?
Il diagramma seguente mostra due cose.
Le palline gialle indicano la crescita della popolazione avvenuta nel corso della mia terza partita a L’Impero dei Mari. L’ultima pallina gialla, in corrispondenza dell’ultimo giorno della missione, segna un valore di poco superiore agli 80mila abitanti. Ovvero, circa 10mila abitanti meno dell’obiettivo prefissato.
La sottile linea rossa indica invece quello che avrebbe dovuto essere l’incremento demografico ideale per portare i circa 45mila abitanti presenti all’inizio della missione a 90mila seguendo un processo di crescita costante nel tempo.

Figura 5. Crescita della popolazione ed aumento demografico ideale.




Il grafico ci dice che sì, la strategia applicata era quella giusta per raggiungere l’obiettivo della missione.
La scelta, teorizzata in “Come risolvere la missione L’Impero dei Mari. Parte 1: considerazioni sul metodo”, di sostenere la crescita in parallelo dei tre processi di sviluppo (navale, commerciale ed urbano) necessari all’incremento progressivo dei tre fattori (capacità di carico, volume di merci negoziate e potenziale produttivo della Lega Anseatica) che ipotizzavo essere alla base della crescita della popolazione, quella scelta ha pagato, almeno per nove dei 15 mesi di gioco.

Nel grafico è evidente come, nella partita giocata, la crescita della popolazione segue la linea dell’aumento demografico ideale in modo quasi perfetto fino a gennaio 1363. In quel momento, però, qualcosa inizia ad andare storto. La corsa palline gialle della popolazione smette di seguire i binari dell’incremento ideale e rallenta paurosamente. Da metà gennaio a metà aprile, la crescita della popolazione entra in stallo. In tre mesi, la Lega cresce di soli 2mila abitanti, contro i 10mila previsti. Ma non è una crisi dovuta alla strategia di gioco. E questo lo si capisce da un’altra cosa strana: dalla metà di aprile 1363 e fino alla fine della missione, la crescita della popolazione riprende allo stesso ritmo fatto registrare prima del gennaio 1363, in maniera netta e decisa. Negli ultimi 3 mesi, infatti, la popolazione cresce di oltre 11mila unità.




Cos’è successo nel gennaio 1363? Qual è stata la ragione che ha causato, nella parentesi temporale compresa tra Gennaio e Marzo 1363, l’empasse nella crescita della popolazione?

Prima di continuare a scrivere ho riflettuto a lungo. Riflettendo, avanzavo delle ipotesi, che via via scartavo sulla base dei dati empirici raccolti nel corso della missione.
Per esempio, il mio primo istinto è stato quello di imputare lo stallo nell’incremento demografico alla mancata costruzione di nuove strutture commerciali.
A fine 1362, infatti, dispongo di sette centri commerciali (a Rostock, Stettino, Danzica, Malmo, Visby, Stoccolma e Lubecca) e mi convinco che questa rete commerciale sia più che sufficiente a sostenere lo sviluppo della popolazione garantendomi, al contempo, un giro di affari in grado di guadagnare liquidità sufficiente a coprire le spese dei nuovi investimenti strutturali. Quindi smetto di costruire nuovi uffici commerciali (anche se, col senno di poi, ne avrei costruito ancora due, a Novgorod ed a Oslo, per assicurarmi l’approvvigionamento di pelli e per smaltire le eccedenze di pesce e birra) e risparmio mattoni per mettere in piedi case, fabbriche, pozzi, strade, università, zecca, chiese ed ospedali.
Ma la scelta che ho preso a fine 1362 non era sbagliata, non è stata lei a causare lo stallo demografico. Ne è prova il fatto che ad Aprile 1363, con le stesse 7 strutture commerciali di Dicembre 1362, l’indice della popolazione riprende a galoppare. Gli uffici erano sufficienti. Ed ho scartato l’ipotesi che potesse essere il mancato incremento degli uffici commerciali la causa del rallentamento nella crescita degli abitanti. Allo stesso modo, ho scartato anche la capacità di carico navale (più che sufficiente a spostare rapidamente grandi quantità di merci su e giù per il Baltico) e la mancanza di case (Rostock, l’unica città che va verso l’esplosione demografica, inizia ad avere problemi di abitazione solo a Febbraio 1363). Ho iniziato allora a riflettere sui livelli di approvvigionamento dei generi alimentari di prima necessità (birra, pesce e cereali), quelli che più di tutti sostengono l’aumento della popolazione e la felicità della classe sociale più numerosa, i poveri.

In quel momento, mi si è accesa una lampadina, anzi tre.

- La prima: il Re d'Olanda odia il grano. L’Emissario del Re d’Olanda, inviato a danneggiare lo sviluppo delle città della Lega, manda i suoi scagnozzi nei magazzini cittadini per distruggere solo e sempre le scorte di cereali. Perché proprio i cereali?

- La seconda: d'inverno non cresce erba. il Manuale insegna che nel periodo tra gennaio e marzo (ma guarda un po’…) le strutture agricole riducono la produttività. Quindi, meno cereali.

- La terza: senza grano è una grana. birra, pesce e cereali sono i generi alimentari di prima necessità, quelli che più di tutti sostengono l’aumento della popolazione, perché sfamano ed aumentano la felicità della classe sociale più numerosa, i poveri, attirando dalle campagne nuovi immigrati-peones che si trasformeranno, in presenza di case e lavoro, in cittadini-bene. Priva di cereali, qualunque città non solo non rappresenta una meta per i bighelloni del contado, ma induce i suoi stessi cittadini a migrare.

Ecco perché il Re d’Olanda, che la sapeva lunga, si accaniva proprio contro le scorte di cereali.
La sua è una strategia di lungo periodo, la lunga preparazione di una trappola pronta a scattare con l’arrivo dell’inverno, quando i cittadini della Lega Anseatica avrebbero reclamato grano per i loro figli e non trovandolo, né nei magazzini cittadini, opportunamente saccheggiati, né nelle fattorie bloccate dal gelo, avrebbero iniziato ad abbandonare le città.

Ed io mi sono fatto fregare come un pivello dal Re d’Olanda. Con tutto rispetto, Vostra Maestà. In effetti, quando mi veniva notificato l’ennesimo attacco dei sabotatori alle scorte di cereali della città, facevo spallucce e dicevo “tanto siamo a maggio, i cereali costano poco e comunque non scarseggiano in città”. Ma la cicala che non mette da parte chicchi di grano per l’inverno paga a caro prezzo la propria leggerezza. E questa leggerezza si è tradotta, a Gennaio 1363, in un rapido esaurimento delle scorte di cereali assottigliate dai furti, con il prezzo del grano che va alle stelle e con la gente che, giustamente inferocita per il caro-vita causato dalla mia sottovalutazione del problema, smette di venire in città ed anzi inizia, come a Rostock, ad abbandonarla.

Il fatto che in alcune città fossero comunque presenti scorte sufficienti a sfamare i residenti ed a promuovere l’immigrazione ha evitato che lo stallo demografico si traducesse in decremento netto della popolazione. Tuttavia, quel trimestre di penuria cerealicola è stato fatale nel cammino verso l’obiettivo di 90mila abitanti.
Capire la ragione di una sconfitta, sia nelle storie d’amore che nelle missioni di Patrician III, non serve a riportarti l’amore perduto o a cancellare il fallimento dell’obiettivo. Ma ti permette, se hai capito la vera ragione della sconfitta, di capire qual è stato l’errore da non ripetere per avere successo nel prossimo tentativo. Ma questo vale, forse, per Patrician III.
Non con le donne, loro sono impossibili da capire anche dopo infinite analisi.




Conclusioni e buoni propositi. Al termine di questa lunga riflessione a latere del terzo insuccesso nella missione L’Impero dei Mari, non mi resta che mettere in chiaro le contromisure da adottare nel corso del prossimo tentativo per arrivare – finalmente – alla fatidica quota di 90mila abitanti.

- Bombarda Bruges appena possibile. A Bruges ha sede il patrizio che, vendutosi alla corona olandese, mette in atto i saccheggi e le distruzioni delle scorte di cerali nei magazzini cittadini, allo scopo di compromettere la rinascita della Lega Anseatica. Attaccare Bruges dal mare è l’unica soluzione che il Consiglio della Lega ti suggerisce per interrompere la criminosa attività del patrizio traditore. Ogni suo attacco ai magazzini di cereali è una pugnalata all’apparenza insignificante ma ingannatrice, che farà male e parecchio all’inizio dell’inverno. Ritardare l’attacco a Bruges significa permettere al problema di manifestarsi con forza sempre maggiore ad ogni settimana di ritardo. Bombarda Bruges appena possibile.

- Costruisci molte coltivazioni di cereali a Rostock. Rostock è una città dove, a differenza di Lubecca, riesco sempre a riempire di manodopera tutte le imprese produttive che costruisco. Ad un certo punto, mi sono addirittura trovato nell’urgenza di impiantare nuove strutture produttive solo per dare un lavoro alle centinaia immigrati che, dopo Marzo 1362, ogni settimana affluivano in città. Quindi, per sfruttare al massimo lo sviluppo demografico di Rostock e per evitare la crisi alimentare dell’inverno 1363, la contromisura da adottare consiste nella costruzione di decine di fattorie di cereali in città.

- Compra mattoni a 100 e fin dall’inizio. Nel corso della missione gioca un ruolo fondamentale la fase di sviluppo urbano. Soprattutto nella seconda parte della missione il mercante si trova ad avere una fretta disperata di costruire case, strade, pozzi, chiese, università, ospedali e fabbriche. Ma i mattoni disponibili non sono molti e si trovano in vendita, anche se non sempre a prezzi accettabili, solo in tre città: Malmo, Visby e Lubecca. Quest’ultima è, tradizionalmente, una ottima produttrice di mattoni ed il luogo ideale per impiantare fornaci. Tuttavia, nel corso de L’Impero dei Mari, Lubecca soffre costantemente di una popolazione largamente insufficiente a coprire la richiesta di manodopera. Ho costruito quattro fornaci, ma sono arrivato alla fine della missione senza essere riuscito a migliorare una produzione stitica e costosissima di mattoni. Quindi, la contromisura da adottare consiste nel saccheggiare, grazie ai gerenti automatici, le scorte di mattoni in vendita nella Lega, anche a costo di pagarli 100 monete al carico.

hesse
00lunedì 8 marzo 2004 17:29
perseverare è diabolico
una domanda:

L'obiettivo sono i 90.000 abitanto o il valore commerciale che deve arrivare a..... ? Oppure entrambi ?

Se mi viene l'insonnia ci proverò anch'io anche se non credo di avere tanta perseveranza.

F66
00lunedì 8 marzo 2004 17:35
Complimenti sono 9 pagine di stampa[SM=g27822]
Battista!
00lunedì 8 marzo 2004 18:05
Per Hesse: l'obiettivo sono i 90mila. Valore commerciale e liquidità non rilevano ai fini dell'obiettivo.

Per F66: grazie. Sto pensando di rilegarle in cuoio e distribuirle come strenna natalizia ai Patrizi. Ma solo se superano il vaglio di Hesse... [SM=g27827]
F66
00venerdì 19 novembre 2004 20:46
Mi è venuta in mente una domande per te Battista: che lavoro fai nella vita reale? Per dire cose del genere sembri un ragioniere.[SM=g27822]
Von Stephen
00venerdì 14 gennaio 2005 21:26
Veramente fantastico![SM=g27811] Battista, sei incredibile[SM=g27822] !
fathy
00giovedì 24 febbraio 2005 17:11
Re:

Scritto da: Von Stephen 14/01/2005 21.26
Veramente fantastico![SM=g27811] Battista, sei incredibile[SM=g27822] !



Volevo sapere se qualcuno era riuscito a finire con successo la campagna.

Ci ho già provato diverse volte, ma non riesco.
Ho seguito i consigli di Battista,ho attaccato Bruges con successo. Non sono riuscito prima di fine novembre, un altra volta ero riuscito a sacceggiarla a fine ottobre, ma mi trovavo senza soldi.
Devo riparare le navi, ma ci vuole circa un mese, tempo in cui non posso commerciare.
Non riesco a trovare delle rotte commerciali veramente redditizie.
Conviene sposarsi, o no per adesso sono scapolo poichè non devo migliorare il gradimento dei concittadini e la festa di nozze mi porta via parecchie scorte e sono sempre scontenti, non so mai quanti partecipano al banchetto.
Grazie a chi mi vuole dare dei suggerimenti
Don Micky
00lunedì 20 giugno 2005 12:39
Battista, tu sei UN MITO!
Victor von Crystopher
00mercoledì 22 giugno 2005 21:11
Complimenti Battista[SM=g27811]
Georg von Korb
00domenica 3 luglio 2005 21:28
Ogni complimento per i tuoi grafici incredibili si spreca,sei troppo forte Battista!Questa è una campagna veramente impossibile a mio avviso,già per me sarebbe molto difficile avvicinare i tuoi 83.000 abitanti in così breve tempo.Avevo puntato tutto sulle fabbriche meno onerose,ma proprio per questo motivo non riuscivo a creare quella liquidità che mi serviva per creare ulteriori uffici commerciali.Proverò ad applicare tutti i tuoi consigli ed a centellinare il tempo il più possibile,perchè se perdi un giorno non c'è possibilità di riguadagnare quel tempo.
=Matisse=
00venerdì 9 settembre 2005 13:54
Campagna L'Impero dei Mari
Ho letto (quasi) tutto il trattato per cercare di terminare questa campagna quando ero già al mio quarto tentativo che per la cronaca si è concluso con un 88.237 abitanti. Quindi ho fallito ancora.
Vi comunico la mia esperienza che ha molti punti in comune con quanto ho letto, ma alcune interessanti differenze.
1- In questa campagna l'I.A. sicuramente BARA, nel senso che la crescita delle città non si comporta come nelle altre opzioni di gioco. Mi riferisco al fatto che le uniche tre città che hanno una speranza di crescita decente sono le tre iniziali dove c'è l'ufficio commerciale. Infatti anche dopo aver messo l'ufficio a Lubecca, dopo averla trattata con tutta la cura possibile, senza farle mancare assolutamente nulla, con strade e pozzi e cattedrale, ecc la crescita rimane ridicola e non si riescono ad occupare neanche due fabbrichette di mattoni.
2- Delle 3 città a disposizione purtroppo c'è un limite a Stettino: verso la fine della partita finisce lo spazio per costruire case, e non c'è nulla da fare. Costruire campi di cereali e birrerie.
A Rostok bisogna costruire una montagna di fabbriche di mattoni da subito ( 9 o meglio 12), a Stoccolma tante fonderie (anche se alla fine avanzerà un po' di ferro) che si costruiscono in fretta e senza mattoni. Poi magari in contemporanea altre fabbriche di utensili che servono a fare soldi.
3 - Appena possibile aprire un ufficio a Lubecca perchè ci servono le armi pesanti (vedi dopo) che si trovano solo lì oltre che a Rostok.
4 - E' utile anche costruire un ufficio ad Amburgo, perchè possiamo sfruttare il trasporto terrestre per importare la birra e smaltire le eccedenze nell'altro mare.
5- Sembra indispensabile attaccare Bruges perchè effettivamente si intaccano le riserve di cereali che riguardano non solo Rostok ma l'economia e la soddisfazione dei cittadini in generale. Ci vogliono circa 5 navi tra vascelli e galeoni armate al massimo con cannoni e mortai.
6 - Bisogna investire tutti i soldi che si hanno (ma questo vale per qualsiasi tipo del gioco)
7 - Poichè il calo di crescita della popolazione che impedisce la conquista dell'obbiettivo avviene nei 3 mesi invernali, è necessario accumulare quanti più ceraeali possibili prima di dicembre, e cercare di distribuirli quando è il caso in tutto l'impero, non solo nelle 3 città.
Avrei in realtà altre cosette da dirvi. Se qualcuno è interessato (e testardo) come me possiamo continuare la discussione.


=Matisse=
00lunedì 26 settembre 2005 14:30
Risolta Campagna l'Impero dei Mari
Dopo svariate notti insonni, finalmente sono riuscito a raggiungere il traguardo di 90.000 abitanti. (90.500 per la precisione) Scrivo per comunicare agli affezionati di questa campagna, di cui è stato scritto molto, che è possibile compierla. E per una piccola correzione della mia email precedente. Quando dicevo che a Stettino finisce lo spazio e non c'è niente da fare, mi sbagliavo.
C'è da fare: ma forse leggere la soluzione non è gradito a tutti, e poi non è detto che la mia strategia sia l'unica possibile.
Comunque se mi accorgo che c'è la volontà di conoscere i passi fondamentali, metterò nell'oggetto SOLUZIONE, così chi non vuole non legge.
Nemo89
00lunedì 26 settembre 2005 15:12
Re: Risolta Campagna l'Impero dei Mari

Scritto da: =Matisse= 26/09/2005 14.30
se mi accorgo che c'è la volontà di conoscere i passi fondamentali, metterò nell'oggetto SOLUZIONE, così chi non vuole non legge.

Ma scherzi? Certo che interessa (ricorda anche le centinaia di lettori silenziosi...)!
Se ne hai voglia, scrivi, scrivi![SM=g27811]

[SM=x329166]
=Matisse=
00martedì 27 settembre 2005 14:11
SOLUZIONE Campagna L'Impero dei Mari
Ogni promessa va onorata, ed eccomi qui.
Per chiarezza ripeterò anche quello che è già stato scritto.
1- Per raggiungere l'obbiettivo è fondamentale puntare sulle tre città iniziali Rostok, Stettino e Stoccolma, che devono avere uno sviluppo costante dall'inizio alla fine della partita. Le altre, anche se curate amorevolmente, non avranno mai un coefficiente di crescita paragonabile.
2- Appena possibile apri l'ufficio a Lubecca. Questo perchè lì ci troviamo i cannoni e mortai che ci serviranno a breve.
3- Costruire a Rostok solo fabbriche di mattoni, non appena ci accorgiamo che ci avviciniamo alla piena occupazione. Arriveremo fino a circa 20. Quando non ci serviranno più i mattoni (ma siamo ormai alla fine) proseguiamo con i cereali.
4 - E' indispensabile attaccare Bruges. Ci vogliono 5 tra galeoni e vascelli, tutti potenziati al massimo e tutti armati con mortai e cannoni. Io ce l'ho fatta verso la fine di agosto.
Se non lo fai, finiranno in inverno i cereali, qualsiasi quantità tu ne produca.
5 - In questo periodo TRASFERIRSI a Stettino. Qui aumenta la reputazione e circa 10 giorni dalle elezioni corrompi il tizio dei bagni pubblici. Sarai eletto sindaco. Questo è indispensabile.
6 - Una volta eletto sindaco completa rapidamente l'ampliamento delle mura e costruisci subito le case che già scarseggiano. Arruola anche tutti i soldati che puoi.
7 - Nel frattempo, sin dall'inizio della partita, rifornisci Stoccolma di mattoni in modo che possa completare le mura prima dell'assedio che altrimenti verrà inesorabilmente verso aprile 1363.
8 - Anche a Stettino e Stoccolma bisognerà costruire in continuazione. A Stoccolma una (o due, non ricordo) fabbriche di utensili per arrivare a 6, e poi tutte fonderie, che non hanno bisogno di mattoni per essere costruite. A Stettino tutti campi di cereali, che fanno presto a venire su. (Se proprio hai tempo anche una o due birrerie). I cereali servono soprattutto a donarli alla cattedrale per attirare i mendicanti.
9 - Naturalmente non aspettare che le case superino il 90 %. Quelle di mattoni anche 85, perchè impiegano 40 giorni.
10- Io ho aperto anche un ufficio ad Amburgo per utilizzare la rotta terrestre.
11 - Ciliegina sulla torta: Anche se la scadenza ufficiale è il 26 giugno 1363, in realtà puoi arrivare fino al 1 luglio
Nei mesi che precedono la scadenza arruola tutti i marinai che puoi, ma possibilmente non nelle tre città menzionate.
Uno o due giorni prima della scadenza della missione,LICENZIA tutti i marinai. La popolazione aumenterà di quelle unità.
Buon gioco
cicciotrovo
00domenica 9 ottobre 2005 13:15
Chiarimenti
Grazie mille per le informazioni, mi sto cimentando anche io in questa campagna ma avrei bisogno di qualche piccolo chiarimento sulle tecniche adottate.
1)Hai modificato i livelli di difficoltà all'inizio della partita?(quelli del menu "dettagli" per capirci)
2)A metà aprile a Rostock comincia a vendere molte aziende, tu cosa hai fatto, le hai comprate tutte?
3)Se riesci sarebbe molto utile avere una piccoa indicazione sul'incremento della popolazione (avere qualche dato tipo ogni 2-3 mesi).
Cmq grazie ancora per le perle...[SM=x329188]
cicciotrovo
00domenica 9 ottobre 2005 22:49
Ah caro Matisse dimenticavo...
4)La popolazione finale di Rostock Stettino e Stoccolma
5)In quali città hai aperto uffici commerciali
Ri-grazie
=Matisse=
00lunedì 10 ottobre 2005 13:58
Cercherò di essere preciso, andando a memoria perchè non sono al mio computer.
1 - La popolazione finale delle tre città non la ricordo, ma è un dato irrilevante. Quello di cui devi accertarti, aprendo statistiche - popolazione - abitanti è che la crescita segua una linea retta (senza flessi significativi). Se recupero la partita te lo farò sapere.
2- E' vero, mettono all'asta di tutto. Ho fatto due partite, una comprando quasi tutto e una non comprando nulla (o quasi). Non ho notato nessun cambiamento. Ti consiglio di non comprare (tanto ci sarà qualcun altro ad occuparsi delle fabbriche), mentre, come ti ho detto, devi concentrarti a costruire le fabbriche di mattoni.
3 -Gli uffici li ho aperti a Lubecca ed Amburgo. E basta.
4 - Non ho modificato i livelli.
5 - Non ho tenuto tutti i salvataggi intermedi, per cui non posso fornire i dati ogni 2 - 3 mesi. Dovrei però avere l'ultimo, magari prenderò un po' di dati da lì.
Comunque, ripeto, se date spesso un'occhiata al grafico degli abitanti delle città che vi interessano, vi aggorgerete di come è lineare (oserei dire vincolata) la crescita.
Magari ditemi come va

=Matisse=
00martedì 11 ottobre 2005 10:06
Ragazzi, ho recuperato un po' di dati. Il salvataggio si riferisce al 18 giu, quindi 12 giorni prima della scadenza.
- Popolazione totale: 88.735
- Pop Rostock 8.386
- Pop Stettino 8.253
- Pop Stoccolma 7.912

Fabbriche a Rostock:
Mattoni 25
Canapa 3
carne 2
Cereali 4
miele 1

Fabbriche a Stettino:
Cereali 22
Legno 8
Birra 2

Fabbriche a Stoccolma
Fonderie 21
Officine 6
Legno 1

Nessuna fabbrica a Lubecca e Amburgo

Flotta:
Goletta 1
Caravelle 8
Vascelli 4
Galeoni 3

Monete: 376.970

Le case non le ho contate, tanto si devono costruire secondo necessità.
Le fabbriche costruite per prima sono i mattoni a Rostock, i Cereali e legno a Stettino, fonderie e officine a Stoccolma.

La popolazione totale a fine partita (licenziando anche i marinai) sarebbe arrivata a circa 90.500

Se mi viene in mente qualcosa di importante mi faccio risentire. Se avete dubbi, fatevi sentire voi.
ciao, e non vi arrendete!
Capytan Jack Sparrow
00sabato 4 novembre 2006 12:56
Ottimo
morgan76
00giovedì 21 dicembre 2006 14:59
questa si che è una missione maledetta, altro che la nave fantasma! terzo tentativo e ho raggiunto una popolazione di neanche 85000 abitanti! [SM=x329175]
MarkII
00giovedì 22 febbraio 2007 15:43
Prestiti
Sto affrontando anch'io questa missione.
sono ancora lontano dalla risoluzione, però vi chiedo, se ad esempio a 2 mesi dal termine chiedo a tutti gli usurai della lega un prestito consistente (che ovviamente non restituirò mai perchè finirà il tempo [SM=x329178] ) e con quei soldi costruissi fabbriche e facessi donazioni imponenti di cibo alle chiese delle città per attirare nuovi mendicanti, che succederebbe?
E' fattibile un discorso simile?
Nemo89
00giovedì 22 febbraio 2007 22:30
Re: Prestiti

Scritto da: MarkII 22/02/2007 15.43
E' fattibile un discorso simile?

Se fosse possibile far spuntare merci dal nulla solo pagandole, sí...
MarkII
00venerdì 23 febbraio 2007 15:28
Re: Re: Prestiti

Scritto da: Nemo89 22/02/2007 22.30
Se fosse possibile far spuntare merci dal nulla solo pagandole, sí...





Per me il problema non sono le merci...
Credo che invece ci sia il limite massimo di prestiti che puoi chiedere. Solo 3, nonostante abbia cambiato città.
Sti usurai maledetti si sono coalizzati contro di me [SM=x329203]
Sono a 75000 di popolazione al 10 di marzo, non credo proprio di farcela. [SM=x329175]
Nemo89
00venerdì 23 febbraio 2007 21:00
Re: Re: Re: Prestiti

Scritto da: MarkII 23/02/2007 15.28
Sti usurai maledetti si sono coalizzati contro di me [SM=x329203]

Be', viste le tue intenzioni...
Comunque ribadisco: in genere il problema non sono i soldi; se non hai le navi per trasportare le merci comprate in altre città ma soprattutto se non ci sono i materiali da costruzione da comprare per costruire manifatture, coltivazioni e case, c'è poco da fare.
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