[SOC] calo della natalità

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DarkWalker
00martedì 23 marzo 2010 20:54
pensieri, parole, opinioni. Un argomento che al momento è molto poco toccato dalla politica ma che secondo me è molto importante e sopratutto che manifesterà i suoi effetti quando ormai sarà troppo tardi per intervenire.
riporto un articolo di la stampa:

"Crescere i figli è diventato un lusso"
Una coppia su due deve rinunciare
Il campione analizzato per l’indagine è stato di 4 mila famiglie
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Un bimbo costa 634 euro al mese
In picchiata i dati sulla crescita
L'allarme dei ricercatori Cisf:
«E' una situazione drammatica,
roba da Paesi del Terzo Mondo»
Se un figlio non è più considerato come un dono ma come un consumo, allora il suo costo viene comparato con quello di altri beni come l’automobile o la seconda casa.

Il risultato? Secondo il Rapporto famiglia Cisf 2009 le famiglie rinunciano ai figli, il 53%, o devono tirare la cinghia per arrivare a fine mese (35%). E la crisi economica non favorisce certamente comportamenti famigliari diversi visto che un figlio drena oltre un terzo della spesa familiare totale, 35,3%.

Di fatto si produce uno scarto tra il figlio visto dalla famiglia come oggetto del desiderio e simbolo della continuità e il figlio visto dalla società come ricambio generazionale e dunque investimento collettivo. Ecco perchè la ricerca del Cisf ne trae la conclusione che «bisogna ripensare alle politiche pubbliche di sostegno al costo dei figli con nuovi criteri». Figli come «espressione di un legame sociale».

Il campione analizzato per l’indagine è stato di 4 mila famiglie statisticamente distribuite sul territorio italiano. Il 21% delle famiglie ha un solo figlio, il 19,5 ne ha due, il 4,4 ne ha tre, lo 0,7 quattro o più. Il 53,4% nemmeno uno, indice di una popolazione assai anziana. «Situazione abbastanza drammatica» commenta il Cisf. Del resto è da oltre trent’anni che la fecondità in Italia è in diminuzione, da una media di due figli per donna nel corso del 1978, a 1,9 nel 1995, «un valore di minimo da primato mondiale».

La mancanza di risorse economiche incide sulle scelte del 19,5% delle famiglie, la mancanza di tempo per l’8,9, motivazioni personali per un altro 57,8. «Senso d’incertezza e di rischio sul futuro», commentano i ricercatori, pesano più dei vincoli strutturali. Anche se «la popolazione italiana sopravvive decentemente proprio perchè rinuncia ai figli» dato che la situazione dei redditi «è da Paese del terzo mondo. Il 60,2% della popolazione vive con un reddito familiare inferiore a 1500 euro al mese». E dal momento che in media un figlio costa 643 euro al mese, per molti è meglio non averne. Diverso è il discorso per quelle famiglie, il 18,1% sul totale del campione, con status sociale alto o medio alto, localizzate soprattutto nel Nord-Est e nel Centro Italia, che fanno meno figli di quelle meno abbienti (1,6%), spendono in media 634 al mese euro per bevande e alimenti di cui 292,16 per i figli. In media, comunque, il costo mensile di mantenimento di un bimbo da 0 a 5 anni è di 798 euro. I benestanti ne spendono anche 1250.

All’interno di questo quadro è bene ricordare che l’Italia, per le politiche sociali a favore della famiglia, spendeva nel 2005 l’1,1% del Pil contro il 2,5 di Francia e il 3,2 di Germania. E l’immigrazione «rappresenta una risposta temporanea, ma non definitiva».

Di qui l’urgenza di una politica pubblica e privata che sia orientata ai figli attraverso un nuovo welfare sussidiario alle famiglie e non assitenzialistico in collaborazione tra le varie sfere sociali, con una pluralità di attori e non solo lo stato, ed infine gli interventi devono incidere sulle relazioni genitori-figli valorizzandole. Un’azione che, conclude lo studio Cisf 2009, deve passare attraverso una maggiore equità fiscale verso la famiglia con una riforma su tre passaggi: - Aumento degli assegni familiari attuati con regolare progressività ed eliminando gli scalini. - deduzioni sul reddito imponibile per ogni figlio a carico corretto per non sfavorire le famiglie con redditi medio-bassi introducendo il concetto di «tassa negativa sul reddito», cioè «trasefrimento diretto da fisco al cittadino della parte di deduzione non godibile» - Adozione del quoziente familiare corretto «pesando il quoziente al fine di essere equitativo verso le famiglie con redditi più bassi».
Riccardo.cuordileone
00mercoledì 24 marzo 2010 08:27
Personalmente non lo ritengo un problema ma anzi un trand positivo.

Siamo sovrapopolati (sopratutto qui da me in Lombardia) e abbiamo problemi d'occupazione... una bella riduzione della popolazione non può che portare benifici.

Il problema vero semmai è l'alta natalità degli immigrati che in poco tempo ci sovrasteranno di numero e soppianteranno così l'etnie locali. (Fini ringrazia!!)
DarkWalker
00mercoledì 24 marzo 2010 09:27
Re:
Riccardo.cuordileone, 24/03/2010 8.27:

Personalmente non lo ritengo un problema ma anzi un trand positivo.

Siamo sovrapopolati (sopratutto qui da me in Lombardia) e abbiamo problemi d'occupazione... una bella riduzione della popolazione non può che portare benifici.

Il problema vero semmai è l'alta natalità degli immigrati che in poco tempo ci sovrasteranno di numero e soppianteranno così l'etnie locali. (Fini ringrazia!!)




senz'altro la sovrapopolazione è un problema, però mi chiedo come sostenere il peso del welfare se i vecchi saranno in maggioranza rispetto ai (giovani) lavoratori.
La sovrapopolazione in Lombardia è spiegabile considerando il più alto tenore di vita possibile (non come reddito am come servizi, possibilità di trovare lavoro).
Quanto agli immigrati vabeh, secondo me il modo migliore per non farli venire sarebbe eliminare la richiesta alla radice, cioè parificandoli ai lavoratori italiani con controlli veri sul lavoro.
Proprio in questi giorni Maroni ad assolombardia ha annunciato che sarà aumentata la quota di immigrati, su richiesta delle imprese che vogliono mano d'opera a prezzi di discount.
Infine, è proprio la mancanza di politiche che incentivano la famiglia a determinare una sproporzione tra italiani-stranieri: le famiglie italiane fanno più fatica di quelle immigrate a tirar su un figlio, volendo ovviamente mantenere un superiore tenore di vita.
Riccardo.cuordileone
00mercoledì 24 marzo 2010 17:30
Re:
DarkWalker, 24/03/2010 9.27:


però mi chiedo come sostenere il peso del welfare se i vecchi saranno in maggioranza rispetto ai (giovani) lavoratori.


Eh passeremo tempi duri, però deceduta la generazione dei ns genitori la popolazione si riequilibrerà.


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