Roma - (Adnkronos) - Alla vigilia del cinquantesimo compleanno del fumetto il giornale online della fondazione ‘ffwebmagazine’ prende le distanze dall’eroe gallico.
Roma, 28 ott. (Adnkronos) - ''Asterix? No, grazie, preferiamo Cesare''. Nel cinquantenario dall'esordio del fumetto di Goscinny e Uderzo, uscito il 29 ottobre 1959 sulle pagine del periodico francese Pilote, 'ffwebmagazine', il giornale online della fondazione Farefuturo, prende le distanze e 'stronca' il gallico avversario del romani: ''E' una saga che, a guardarla bene, di positivo ha davvero poco'', scrive Domenico Naso per il numero di domani. E si lancia nell'elogio della 'romanità': ''Nella perenne sfida tra le legioni romane e i forsennati abitanti del villaggio, noi stiamo con Cesare, con la Roma simbolo di modernità e multiculturalità, con quello che diventerà l'Impero romano, che non è assoggettamento, ma contaminazione e integrazione. Quello stesso Impero che è stato usato, strumentalizzato ideologicamente e politicamente, esaltato o bistrattato per convenienza, e che invece ha rappresentato il primo modello multiculturale degno di nota della storia, ben prima dell'epopea americana. Non ci sarebbe il mondo come lo conosciamo oggi senza quel melting pot formidabile nato sulle rive del Tevere. Altro che Roma ladrona''.
News > Politica > Nemico dei romani e di fede padana. Asterix leghista? Farefuturo: "No grazie, preferiamo Cesare"Ha debuttato il 29 ottobre del 1959 sulle pagine del periodico Pilote
Nemico dei romani e di fede padana. Asterix leghista? Farefuturo: "No grazie, preferiamo Cesare"
ultimo aggiornamento: 28 ottobre, ore 19:45
Roma - (Adnkronos) - Alla vigilia del cinquantesimo compleanno del fumetto il giornale online della fondazione ‘ffwebmagazine’ prende le distanze dall’eroe gallico leggi i commenti commenta 2 vota 3 invia stampa Roma, 28 ott. (Adnkronos) - ''Asterix? No, grazie, preferiamo Cesare''. Nel cinquantenario dall'esordio del fumetto di Goscinny e Uderzo, uscito il 29 ottobre 1959 sulle pagine del periodico francese Pilote, 'ffwebmagazine', il giornale online della fondazione Farefuturo, prende le distanze e 'stronca' il gallico avversario del romani: ''E' una saga che, a guardarla bene, di positivo ha davvero poco'', scrive Domenico Naso per il numero di domani. E si lancia nell'elogio della 'romanità': ''Nella perenne sfida tra le legioni romane e i forsennati abitanti del villaggio, noi stiamo con Cesare, con la Roma simbolo di modernità e multiculturalità, con quello che diventerà l'Impero romano, che non è assoggettamento, ma contaminazione e integrazione. Quello stesso Impero che è stato usato, strumentalizzato ideologicamente e politicamente, esaltato o bistrattato per convenienza, e che invece ha rappresentato il primo modello multiculturale degno di nota della storia, ben prima dell'epopea americana. Non ci sarebbe il mondo come lo conosciamo oggi senza quel melting pot formidabile nato sulle rive del Tevere. Altro che Roma ladrona''.
''Al contrario, il villaggio gallo di Asterix e Obelix, da sempre elevato a modello di resistenza all'omologazione, e' piuttosto l'esempio di una cultura identitaria stantia, il simbolo di una difesa della tradizione ad oltranza e fine a se stessa, il monumento alla paura del nuovo e del diverso. Altro che eroici resistenti, custodi di una purezza antica. I Galli che resistono all'avanzata di Cesare sono conservatori, nel senso piu' deleterio del termine, sono oltranzisti localisti, nemici a prescindere dello ''straniero'' e di ogni forma di melange culturale. Diciamolo pure senza problemi: sono leghisti''.
''E' la cultura dei sindaci-sceriffi che esacerbano gli animi e lanciano anatemi sull'ondata multietnica e multiculturale, dei respingimenti senza se e senza ma -rincara ffwebmagazine- E Cesare, invece, rappresenta l'Italia globale, quella inevitabile, quella che ci piacerebbe vedere all'orizzonte ma che a qualcuno fa cosi' paura, quella della generazione Balotelli''. ''Le analogie con il presente sono davvero sorprendenti -prosegue -. In una vignetta della saga, ad esempio, Asterix vede un acquedotto romano, oggi come allora esempio magnifico di architettura e ingegneria, ed esclama: ''Sono pazzi questi romani! Stanno rovinando le nostre valli''. E' la versione fumettistica del No Tav, del not in my back yard, di chi si trincera dietro la retorica del federalismo strapaesano per nascondersi all'altro, al progresso, al futuro''. Di chi non vuole che la propria vita abitudinaria e spesso banale venga sconvolta da agenti esterni, negativi o positivi che siano. La vita di quei leghisti ante litteram, dunque, è intrisa di tradizionalismo e di totale chiusura nei confronti dell'innovazione''. A parte la difesa di Assurancetourix, il bardo, musico e poeta che tutti emarginano perché, a loro dire, è stonato'', 'riabilitato' come ''il vero resistente, il creativo del gruppo'', la rivista della fondazione di Gianfranco Fini prosegue con i riferimenti storici: ''Quel villaggio nel cuore della Gallia in fondo è vagamente vandeano. Come la Vandea, che tanto è piaciuta e piace a una certa destra, è un'enclave tradizionalista che disprezza un processo storico che cancella l'ancien regime, e con esso la tradizione, che sia buona o cattiva a quel punto non ha piu' molta importanza. Ma il mondo inevitabilmente cambia e si adatta alle nuove condizioni storiche, accoglie e non respinge''.
''Sia chiaro: nessuno sta mettendo in discussione il valore incontestabile della tradizione, molto spesso utile motore anche per presente e futuro -sottolinea l'articolo-. C'è però una tradizione portata all'eccesso che diventa bacchettonismo, che si arrocca su posizioni vetuste e anacronistiche, che non coglie i cambiamenti storici, sociali e culturali e li osteggia, li rifiuta. La destra che ci piace non è questa, ma quella di Marinetti, dello slancio impavido e quasi un po' sconsiderato verso il futuro. E il padre del Futurismo, ne siamo certi, avrebbe buttato via Asterix, Obelix e tutto il resto, nell'immondezzaio delle cose superate, inutili, incompatibili con il domani''. ''Come potremmo, dunque, celebrare i cinquant'anni di un fumetto cosi' tremendamente attuale e dal messaggio opposto rispetto all'Italia che vorremmo, che sogniamo, che riteniamo l'unica possibile? Se e' vero, come e' vero, che non moriremo leghisti, oggi non possiamo far altro che sperare che i goffi centurioni di Giulio Cesare scoprano il segreto della pozione preparata dal druido Panoramix e riescano, finalmente, a contagiare tutti con la loro voglia di globalita'. Forse e' una speranza solo fumettistica. Ma forse no''.
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Aahahahaha Fini GIACOBINO TOTALITARIO.