Elisabeth intanto benvenuta.
Concordo sull'ultima parte del tuo intervento: domandarci perché noi stiamo lì.
Non condivido questo:
"una sofferenza che va accolta, e al tempo stesso guidare la persona nella consapevolezza della propria sofferenza."
È un percorso che va affrontato con degli specialisti.
Una persona che abbia buona volontà e intuizione non basta, rischia solo di farsi trascinare in qualcosa più grande di lui/lei.
Purtroppo persone come quelle da te descritte raramente chiedono aiuto perché non riconoscono di averne bisogno, non pensano proprio di avere un problema.
Quindi occhio: il tuo consiglio è pericoloso.
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Cadi sette volte, rialzati otto